giovedì 11 febbraio 2010
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"Nessuno può sopprimere un altro, come nessuno può sopprimersi o chiedere di esserlo perchè anche la libertà ha un limite": lo ha affermato l'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, durante l'omelia che ha pronunciato questo pomeriggio durante la Messa per la Giornata del Malato che si è svolta nella Cattedrale di San Lorenzo a Genova."La vita, in tutte le sue fasi, - ha aggiunto Bagnasco - è un bene che ci appartiene come qualcosa da custodire e curare, di cui essere responsabili e rispondere davanti a Dio e all'umanità". "In un momento storico in cui tutto sembra dominato dall'economia, secondo logiche strettamente aziendali - ha affermato ancora il porporato - è quanto mai necessario riaffermare la centralità e la priorità della persona del malato". "In questa prospettiva, propria dell'umanesimo cristiano  - ha proseguito Bagnasco - ogni intervento sanitario deve guardare alla persona come qualcosa di grandioso, e alla sua vita come qualcosa di sacro cioè di inviolabile".Il cardinale ha poi parlato della fragilità "del corpo, come quella della psiche" che "appartiene all'esistenza degli uomini". "Tutti - ha proseguito - dobbiamo essere pronti, con la grazia di Dio, ad accettarla con serenità e pazienza, certi che la società non ci abbandona a noi stessi ma ci accompagna e ci cura con amorevolezza fino al passaggio estremo dalla terra al cielo. La fragilità chiede di essere accolta, curata, possibilmente superata, ma mai soppressa con interventi diretti o con l'abbandono"."La fragilità - ha aggiunto Bagnasco - è un appuntamento che non tocca solamente il malato, ma riguarda tutti noi che da essa siamo chiamati in causa per esprimere e dare il meglio di noi stessi in una rete di permanete solidarietà umana e cristiana". "Questa - ha esclamato - è la vera civiltà, questo è il vero progresso umano".
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