mercoledì 14 dicembre 2016
Il vescovo D’Alise ha inaugurato il centro di accoglienza, eredità concreta del Giubileo appena concluso: un seme che porterà a un’opera più grande
Apre «Laudato si», una casa per i senza fissa dimora
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Un 'Hotel della carità' per otto senza fissa dimora, meglio otto persone in difficoltà che non hanno temporaneamente dove dormire. È uno dei segni del Giubileo della misericordia nella diocesi di Caserta. L’Anno Santo è finito ma ha lasciato frutti. Una casa per i tanti che non hanno più dove andare. Anche nel Casertano infatti sono aumentate vertiginosamente le persone espulse dal mondo del lavoro e incapaci di pagare un affitto.

Di qui l’intervento concreto della diocesi e la realizzazione della casa d’accoglienza 'Laudato si’' che la Caritas diocesana ha realizzato nell’Oasi Francescana: un piccolo spazio annesso alla chiesetta di San Carlo e Sant’Eugenio, in pieno centro di Caserta, da tutti conosciuta come chiesa di Montevergine. «Non poteva esserci modo migliore per concludere il nostro Giubileo della misericordia – ha spiegato il vescovo di Caserta, Giovanni D’Alise – che aprire la porta di quest’opera di carità. Non portiamo orgoglio per questa piccola realizzazione, ma gioia sì, perché si tratta di un seme che porterà a un’opera più grande. Questa sarà la casa di tutti coloro che il Signore ci manda perché ne hanno necessità.

Un altro progetto è in cantiere, uno spazio più grande che richiederà cure e impegno più grandi. Ma ci riusciremo». La struttura si compone di un piano terra destinato a uffici mentre al piano superiore ci sono 4 camere a due letti, 4 bagni e 2 docce, un angolo-cucina. Gli ospiti possono accedere dalle 18 e trascorrere la notte. Al mattina dopo la prima colazione, entro le 9 la struttura va lasciata libera. L’accoglienza può durare un mese ma, fa capire il direttore della Caritas, don Antonello Giannotti, nessuno sarà messo fuori, se non avrà trovato un’altra sistemazione. Nella struttura c’è anche un ufficio per il 'prestito assistito' che cura l’accesso a piccoli mutui erogati da una banca in convenzione con la Cei. Perché c’è grande disagio anche fra tanti che una casa da abitare ce l’hanno e non possono mantenerla.

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