venerdì 24 settembre 2010
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Il «lavoro no-stop» compromette le «relazioni umane» e i «valori spirituali» e la «flessibilità» non va confusa con la «precarietà», e va pensata a «misura di famiglia»: lo ha affermato il presidente del Pontificio consiglio per la Famiglia, cardinale Ennio Antonelli, presentando la lettera del Papa per il prossimo incontro mondiale delle famiglie, in programma a Milano nel 2012.«Occorre rendersi conto sempre più - ha detto Antonelli citando l'enciclica Caritas in veritate - che è possibile fare impresa perseguendo fini di utilità sociale, mirando non al massimo profitto a qualsiasi costo, ma al giusto profitto, compatibile con le esigenze dei lavoratori, delle famiglie, della società, della protezione dell'ambiente, offrendo nei rapporti di lavoro una flessibilità a misura di famiglia, cosa peraltro assai diversa dalla precarietà». Anche in ambito familiare - ha aggiunto il cardinale Antonelli - «occorre incoraggiare la ridistribuzione dei compiti domestici e la scelta del lavoro extra domestico di comune accordo da parte dei coniugi, l'assunzione di uno stile di vita ispirato alla sobrietà, alla cura delle relazioni personali, all'apertura verso la comunità ecclesiale e le necessità del prossimo».   «Occorre infine - ha concluso - che il giorno festivo sia celebrato in modo da illuminare il senso della vita e del lavoro stesso, rafforzando la coesione della famiglia e il suo inserimento nella comunità più grande, ravvivando il rapporto con la persona di Cristo».In proposito, Antonelli ha messo in guardia, come il Papa nella lettera, dai pericoli che comporta la riduzione del concetto di "festa" a quello di "tempo libero". Ciò che accade quanto il fine settimana viene «dedicato all'evasione mediante i cosiddetti riti di massa in discoteca, allo stadio, al mare, o dedicato ai consumi mediante l'affollata frequentazione dei supermercati» che ha definito «le nuove cattedrali delle città-mercato».
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