giovedì 7 aprile 2016
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È stata dedicata al Vangelo della misericordia la catechesi tenuta ieri mattina dal Papa in piazza San Pietro. Al termine, Francesco ha ricordato la Terza Giornata mondiale dello sport per la pace e lo sviluppo, indetta dalle Nazioni Unite e che ricorreva ieri. «Lo sport – ha aggiunto – è un linguaggio universale, che avvicina i popoli e può contribuire a far incontrare le persone e superare i conflitti». Da qui l’incoraggiamento a «vivere la dimensione sportiva come palestra di virtù nella crescita integrale degli individui e delle comunità». Tanti come sempre i pellegrini italiani all’udienza generale. In particolare, al termine, il Pontefice ha salutato i fedeli delle diocesi di Castellaneta e di Fidenza, accompagnati dai loro vescovi, rispettivamente Claudio Maniago e Carlo Mazza; e i partecipanti alla marcia della pace alimentare, con il vescovo di Gubbio, Mario Ceccobelli. Quindi un pensiero alla Comunità del Pontificio Collegio San Giovanni Damasceno, che ricorda i 75 anni di fondazione; agli studenti e ai familiari delle Scuole della Congregazione delle Adoratrici del Sangue di Cristo; ai medici della Società europea di ortopedia pediatrica come pure ai fedeli di Recco, Alatri, Vietri di Potenza e agli studenti di Messina. Alla catechesi ha preso parte anche una rappresentazione dell’iniziativa 'Anello perduto', un cammino di accoglienza e riconciliazione avviato dieci anni fa dalla diocesi di Fossano per le persone separate o divorziate. Ieri in piazza San Pietro erano accompagnati dal nuovo vescovo di Cuneo e Fossano Piero Delbosco, da due sacerdoti e dall’animatore del gruppo, il diacono Paolo Tassinari. «Il 30 gennaio scorso – hanno raccontato all’Osservatore Romano – Francesco ci ha sorpresi con una telefonata e ci ha invitati a incontrarlo personalmente». E così ieri all’udienza erano in ottantacinque. «Cerchiamo di stare vicino – ha sottolineato monsignor Delbosco – alle persone che vivono un momento di rottura per l’abbandono, il tradimento e lo smembramento della famiglia e si sentono giudicate negativamente». Come sempre le ultime parole sono state per i giovani, i malati e gli sposi novelli.
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