venerdì 4 maggio 2012
Provengono da Argentina, Benin, Bolivia, Brasile, Colombia, Filippine, Italia, Kenya, Messico, Perù, Polonia, Spagna e Svizzera i sacerdoti dell'Opus Dei che verranno ordinati domani dal prelato, monsignor Javier Echevarria, nella basilica di Sant'Eugenio a Roma.​
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Ci sono anche un medico cardiologo e un ingegnere fra i 35 nuovi sacerdoti dell'Opus Dei che verranno ordinati domani da monsignor Javier Echevarria, che dell'Opus Dei è il prelato, nella cerimonia in programma a Roma nella basilica di Sant'Eugenio alle ore 16.00. I nuovi sacerdoti provengono da Argentina, Benin, Bolivia, Brasile, Colombia, Filippine, Italia, Kenya, Messico, Perù, Polonia, Spagna e Svizzera. La cerimonia si potrà seguire anche in diretta via internet, collegandosi al sito dell'Opus Dei.Tra i nuovi sacerdoti c'è il medico italiano Giovanni Zaccaria, nato a Roma 33 anni fa. Ha studiato Medicina all'Università di Verona, dove ha vissuto vari anni e dove ha ottenuto la specializzazione in Cardiologia. Come si fa a passare da medico a sacerdote? "È Dio che ti guida - afferma -: guardando indietro nel tempo mi rendo conto che c'è stato un filo continuo che mi ha condotto fin qui. Dio mi ha messo davanti l'esempio di persone che mi hanno preceduto nella donazione: mia madre, che con una carriera di biologa ha lasciato tutto per prendersi cura della famiglia; il sacerdote della mia parrocchia, che aiutavo durante la messa; i medici che curavano il cancro di mia madre. In loro Dio mi ha fatto vedere la sua volontà, poco a poco".Uno degli ordinandi più giovani è Janvier Mahougnon Gbenou, nato in Benin 31 anni fa. È il primo fedele dell'Opus Dei di quel paese a ricevere il sacerdozio. Il lavoro apostolico della Prelatura nel suo Paese non è ancora iniziato in forma stabile.Tra i più anziani in questa nuova infornata di sacerdoti è il 54/enne Mario Pagani, ingegnere, nato a Ramos Mejia, in Argentina. Ha lavorato come ingegnere 18 anni in Bolivia, dirigendo due Ong specializzate nel sostegno ai contadini e allevatori dell'altopiano. "Nell'altopiano boliviano - spiega - molti agricoltori non ottengono buoni raccolti per mancanza di conoscenze sull'agricoltura e i sistemi di irrigazione. Per questa ragione abbiamo creato l'Ong Ayni, che nell'idioma locale significa 'aiuto congiunto'. L'idea era che i contadini, con i nostri consigli, si aiutassero tra di loro a beneficio di tutti".​
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