Chi era Lisa Rossi, morta di cancro a 9 anni. I suoi amici vedranno il Papa

I genitori della bambina, portata via da un tumore, hanno dato vita a un’associazione per piccoli malati oncologici. Mercoledì in 50 saranno all’udienza in Vaticano
November 18, 2025
Chi era Lisa Rossi, morta di cancro a 9 anni. I suoi amici vedranno il Papa
Estate 2020, la piccola Lisa fa il segno della vittoria: è felice in vacanza assieme alla sua famiglia
Ci saranno anche i piccoli pazienti oncologici dell’ospedale pediatrico “Salesi” di Ancona all’udienza generale di domani. Per loro sarà il primo incontro con Leone XIV, ma sarà anche una giornata di svago da trascorrere assieme alla famiglia dopo la fatica delle giornate vissute tra l’incertezza di esami, terapie e interventi. Ad organizzare la trasferta ci ha pensato, come ogni anno, l’associazione “Grazie Gesù” di Urbania, un paesino dell’entroterra pesarese. Stavolta a partire saranno una cinquantina di persone, accompagnate anche da don Nino Maluccio e don Daniele Brivio, vicario generale dell’arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado.
«Se si vuole comprendere davvero il senso di questo viaggio, bisogna tornare al 4 dicembre 2014, giorno in cui siamo stati ricoverati nel reparto di oncoematologia dell’ospedale “Salesi”: per noi una seconda famiglia». A parlare sono Enrico e Federica, genitori di Lisa Rossi e fondatori dell’associazione pesarese. «Quanto è imprevedibile la vita – raccontano – solo poco prima eravamo a casa a decorare il nostro albero, con le musiche natalizie in sottofondo, e un attimo dopo ci ritroviamo in mezzo a tutte quelle testoline pelate, quelle flebo, quei camici». Lisa ha tre anni quando a Natale le viene scoperto un neuroblastoma all’ultimo stadio: pochi mesi di vita. Lei, però, è contenta, salta tutto il giorno e affronta la chemioterapia e l’autotrapianto con una vitalità che sorprende anche i medici. Nella sua stanza viene messo al centro un tappeto e una trave per fare ginnastica, la grande passione di Lisa. «Mamma, non comanda la malattia… comando io!», ripeteva spesso. «Noi genitori le andiamo dietro e ci sentiamo come presi per mano da Gesù e accompagnati dalla sua grazia». Lisa entra ed esce dal “Salesi”. Affronta ben quattro recidive sempre affidandosi a Gesù, ormai diventato un amico insostituibile. Nei corridoi dell’ospedale danza con il suo Rosario tirandosi dietro le flebo per la terapia e quando i medici la devono visitare bisogna fare come dice lei: a testa in giù. Nel frattempo la famiglia cambia totalmente vita. Federica lascia il suo lavoro di insegnante all’asilo nido per dedicarsi a Lisa e a sua sorella Arianna di appena un anno. Enrico invece, impiegato in un supermercato di Urbania, alterna il lavoro ai congedi previsti dalla legge. E così passano gli anni fra terapie, controlli, feste, scuola, ginnastica, pigiama party, vacanze al mare, in montagna, amici e molto altro. Una vita vissuta pienamente perché per lei «dormire è una perdita di tempo» e se le piastrine sono basse, «se ne stessero a casa loro, io vado ugualmente in palestra perché sto benissimo!». A cinque anni riceve la Prima Comunione e successivamente anche la Cresima, seguita dall’immancabile don Piero Pellegrini della parrocchia di san Cristoforo. «Un giorno di fronte alla comunicazione dell’ennesima recidiva – racconta Federica – mi tolgo il Rosario dal collo, faccio per buttarlo e le dico: “Lisa basta di dire sempre Gesù pensaci tu, ora ci pensa la tua mamma”. Non l’avessi mai detto. Si è arrabbiata tantissimo. “No, mamma! Ci pensa lui che è buonissimo. E ricordati: non sbaglia mai un colpo!”. Poi aggiunge: “Promettimi che ci crederai sempre in Gesù”. Insomma, ero io quella che doveva essere educata nella fede». All’inizio di marzo 2020 Federica viene trovata nel garage della sua abitazione priva di vita. «Era in arresto cardiaco – ricorda Enrico – e aveva il volto nero». Vengono allertati i soccorsi e trasportata all’ospedale dove rimarrà in coma, tra la vita e la morte, per una settimana. Incredibilmente riuscirà a riprendersi senza alcuna conseguenza. Il 22 novembre dello stesso anno, festa di Cristo Re, Lisa torna al cielo. Sono trascorsi appena 9 anni dalla sua data di nascita avvenuta proprio nel giorno dell’Assunzione di Maria. Alla sua morte vengono aperti i diari privati. Pagine intime rivolte a Gesù: «So che io sono con Dio, niente Ti allontanerà da me e niente mi allontanerà da Te». Oggi la sua storia è raccolta in un libro scritto dai genitori dal titolo “Credetemi” mentre si moltiplicano le testimonianze portate con gioia in giro per l’Italia.Nel 2021 don Piero Pellegrini ha voluto affidare a Enrico e Federica la gestione del nascente oratorio costruito coi fondi dell’8xmille e divenuto oggi punto di aggregazione per diverse centinaia di persone. «Un vero e proprio lavoro – spiega don Piero – attraverso cui Lisa potrà continuare ad essere presente e avvicinare tanti giovani a Gesù». L’oratorio viene oggi frequentato anche da alcuni medici e infermieri del “Salesi”. «Vengono a Urbania per parlare di Lisa, proprio come noi andiamo ad Ancona per aiutare tante famiglie», spiega Enrico. «Proviamo a ricambiare il bene che ci è stato donato in questi anni – aggiunge Federica – ed è emozionante per noi vedere che sotto il camice bianco, tutto il personale del reparto oncologico indossa la maglietta dedicata a Lisa». Poco prima di morire lascerà scritto: «Ogni cosa che accade ha un motivo valido, sempre! Credetemi!».

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