sabato 8 giugno 2019
Sono in partenza per Brasile, Albania, India e Madagascar e lavoreranno in un progetto sostenuto dalla Chiesa cattolica italiana
I 4 dell'«altro mondo». I volontari che hanno vinto il concorso Cei
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Sono in partenza per Brasile, Albania, India e Madagascar, come volontari in un’opera 8xmille, i 4 vincitori del concorso Cei «In un altro mondo» proclamati ieri dalla giuria del Servizio promozione per il sostegno economico alla Chiesa della Cei, in collaborazione con la Caritas. Carmen Fiore, romana 27 anni, psicologa e insegnante d’inglese, la ventunenne Veronica Bertola di Ceresole d’Alba (Torino), studentessa di ingegneria energetica al Politecnico, Tania De Luchi di 23 anni, da Castello di Godego (Treviso), laureanda in lingue alla Ca’ Foscari, e il ventiquattrenne Andrea Craighero di Bolzano Vicentino (Vicenza), laureando in psicologia a Padova. Scelti tra 250 candidati, poi in una rosa finale di 20 finalisti. Segni particolari dei partecipanti alle selezioni finali a Roma? Generosità, orizzonti internazionali, voglia di prendere il largo.

«Erano tutti preparati e pieni di passioni, non credevo ce l’avrei fatta» spiega Carmen Fiore, nata e cresciuta a Londra da famiglia italo-spagnola, 11 fratelli, giovanissima ma già alle spalle mesi di volontariato nella fondazione "Città della gioia" a Cancun, in Messico, dove si è dedicata all’accompagnamento psicologico di donne maltrattate e malati terminali. L’aspetta la scuola per l’infanzia povera aperta sull’isola di Nosy Be dalle suore della Congregazione di San Giovanni Battista, con oltre 600 allievi. «Non mi sembra ancora vero – aggiunge –-. Nel futuro vorrei applicare la psicologia al superamento dei traumi e all’identificazione di nuovi diritti dell’infanzia. In Messico, dove ho dormito per mesi su un’amaca in un villaggio nella foresta o ho cercato di alleviare grandi sofferenze, anche la mia fede è stata messa alla prova. Ho imparato che mentre lottiamo per una meta, dobbiamo anche lasciarci portare da Dio, fidandoci di Lui».

È attesa invece in India, nel Kerala colpito dalle inondazioni dell’anno scorso, per il progetto di ricostruzione "Case felici" della Caritas, nel distretto di Thrissur, Veronica Bertola: «Vedrò da vicino la ricostruzione dei villaggi travolti da fenomeni meteo estremi – spiega –. E porterò con me anche un libro per gli esami di settembre. M’interessa l’ingegneria mirata ad alleviare il cambiamento climatico. Ho fatto studi all’estero e volontariato solo nel nostro oratorio di San Bernardo. Ma vorrei dire a tutti di provare a fare questo concorso, per incontrare coetanei motivatissimi e realizzare il sogno di essere utile».

Destinazione Brasile, nello Stato di Cearà, per Tania De Luchi, nell’associazione "Maria Mãe da Vida" che, anche grazie alle firme, istruisce ragazze a rischio delle favelas con corsi professionali. «Lavorare da volontaria all’estero e testimoniare, ecco perché ho partecipato al concorso – scandisce –. Mi piacerà molto raccontare con post e foto on line quello che vivrò. Molti si meravigliano che a 23 anni sia già stata 9 mesi in un centro d’accoglienza per minori in Bolivia e per 11 mesi in Madagascar per il servizio civile, accanto ai malati di lebbra e insegnando il francese alle donne in carcere. Ma è una vita che mi somiglia. Sono felice nelle sfide difficili. Forse la cooperazione internazionale sarà la mia strada. In Brasile approfondirò i temi dello sviluppo delle donne».

Viaggio invece verso i monti dell’Albania del nord per Andrea Craighero, che collaborerà con il team Rtm-Volontari nel mondo per lo sviluppo di microimprese familiari di allevamento e produzione casearia, per farle uscire dalla soglia di povertà. Un piano di microcredito che - come registrano gli studi sul campo - migliorerà la condizione delle donne, regolarizzando al contempo i percorsi scolastici dei figli: «Dopo le entusiasmanti giornate di formazione a Roma, dove ho incontrato coetanei che avrebbero meritato tutti di vincere, mi sento fortunato – spiega –. Mi hanno insegnato a sognare e darò il meglio nell’esperienza che mi aspetta. In Veneto faccio volontariato in una comunità riabilitativa anti-dipendenze. In Albania il progetto è diverso, ma anche lì le relazioni e la fiducia aiutano a cambiare».

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