giovedì 24 febbraio 2022
L'appello dall'Incontro per la pace che si tiene in Toscana. Il presidente della Cei, Bassetti: i conflitti non sono mai una soluzione. Il cardinale Betori: qui le sofferenze del popolo ucraino
A Firenze la seconda giornata dei lavori dell'Incontro dei vescovi del Mediterraneo

A Firenze la seconda giornata dei lavori dell'Incontro dei vescovi del Mediterraneo - © Siciliani-Gennari/CEI

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L’invasione russa dell’Ucraina irrompe all’Incontro Cei per la pace in corso a Firenze. E i vescovi del Mediterraneo riuniti da ieri nel capoluogo toscano lanciano il loro grido: «Si fermi la follia della guerra». In un messaggio inviato a Kiev i cinquantotto fra cardinali, patriarchi e presuli arrivati dalle nazioni del bacino «esprimono preoccupazione e dolore per lo scenario drammatico in Ucraina e rinnovano la loro vicinanza alle comunità cristiane del Paese». Poi il testo prosegue: «Accogliendo l’invito di papa Francesco a vivere il 2 marzo una giornata di digiuno e preghiera per la pace, i vescovi fanno appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche perché tacciano le armi. Ogni conflitto porta con sé morte e distruzione, provoca sofferenza alle popolazioni, minaccia la convivenza tra le nazioni». E infine il richiamo: «I vescovi del Mediterraneo conoscono bene questo flagello, per questo chiedono a una sola voce la pace».

L'incontro ha subito una modifica nel programma: i lavori infatti si sono fermati alle 17.30 perché tutti i partecipanti sono andati nella Basilica di Santa Maria Novella per un momento di adorazione eucaristica e di preghiera silenziosa per la pace.

I vescovi del Mediterraneo all'Incontro per la pace in corso a Firenze

I vescovi del Mediterraneo all'Incontro per la pace in corso a Firenze - © Siciliani-Gennari/CEI

Prima dell’inizio dei lavori della seconda giornata il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, dialogando con i giornalisti che lo attendevano di fronte al convento domenicano di Santa Maria Novella, ha ammonito: «La guerra non è mai una soluzione, anzi è una follia». E ha sottolineato che ogni conflitto è «guidato esclusivamente da logiche che hanno come effetto soltanto morti, lacrime e distruzione: null’altro». Ecco perché, ha aggiunto Bassetti, «se avessimo dovuto scegliere come comunità ecclesiale un momento per riannunciare l’urgenza della pace con le parole e con i fatti, come avviene qui a Firenze, non potevamo trovare purtroppo un frangente più adatto».

La Messa presieduta dal cardinale Giuseppe Betori all'Incontro dei vescovi del Mediterraneo in corso a Firenze

La Messa presieduta dal cardinale Giuseppe Betori all'Incontro dei vescovi del Mediterraneo in corso a Firenze - © Siciliani-Gennari/CEI

Le notizie che arrivano da Kiev vengono seguite passo dopo passo dai vescovi del bacino. Da tutti, in modo particolare da quelli che provengono da Paesi ancora segnati dagli scontri e delle tensioni o che vivono le conseguenze devastanti di guerre recenti. Per la pace si è pregato al mattino durante la Messa nella Basilica di Santa Maria Novella che ha preceduto il via ai lavori. «Portiamo sull’altare le sofferenze del popolo ucraino», ha detto l’arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori, in apertura della celebrazione che ha presieduto e che è stata concelebrata da tutti i vescovi presenti. E ha ricordato come «la situazione sia precipitata nel corso della notte». Nella preghiera dei fedeli un’intenzione è stata dedicata ai «governanti delle nazioni perché scelgano sempre la via del dialogo».

Già ieri nella prima giornata del forum ecclesiale la crisi ucraina era entrata nell’agenda. All’Incontro era atteso l’arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk, invitato dal cardinale Bassetti, ma l’acuirsi della situazione non gli aveva permesso di lasciare Kiev. E il presidente della Cei aveva letto un suo messaggio in cui Shevchuk evidenziava che l’Ucraina «rischia di diventare un campo di morte» e aveva spiegato di sentirsi «in dovere di stare con il mio popolo in veglia e in preghiera per la pace». Nella prolusione il cardinale Bassetti aveva fatto riferimento agli «inquietanti venti di guerra dall’Ucraina» che mostrano come gli Stati non abbiano «la forza, a fronte dell’eventuale buona volontà dei loro leader, di superare il meccanismo strutturato dai rapporti di forza». E poi aveva invitato a declinare «la nonviolenza in prassi politica».


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