venerdì 22 gennaio 2016
"Le organizzazioni laicali che, nei modi da loro ritenuti più idonei, si adoperano per l’affermazione della famiglia meritano l’attenzione di ogni persona di buona volontà".
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"Noi vescovi liguri, sentiamo il grave dovere di esprimere, innanzitutto alle comunità cristiane, la nostra preoccupazione per il momento che attraversa la società. Oltre alle persistenti difficoltà economiche e lavorative che pesano su singoli e famiglie, oggi è in gioco la stessa realtà familiare nella sua universale natura di un uomo e una donna uniti in matrimonio". Inizia con queste parole la nota diffusa stamani dai presuli della regione ecclesiastica ligure. "Invitando alla intensa preghiera - si legge nel testo - incoraggiamo ogni forma di sostegno alla famiglia, cuore pulsante della società, e rinnoviamo a tutti la nostra vicinanza e la nostra benedizione" perché "le organizzazioni laicali che, nei modi da loro ritenuti più idonei, si adoperano per l’affermazione della famiglia meritano l’attenzione di ogni persona di buona volontà". I vescovi liguri, con a capo il cardinale Angelo Bagnasco, ricordano che "è ingiusto mettere sullo stesso piano realtà diverse che richiedono di essere considerate ognuna in modo proprio, senza che ciò sia ritenuto una discriminazione". Infatti, "normative che, pur senza parlare di matrimonio, riconoscono gli stessi diritti della coppia sposata a convivenze diverse, contraddicono la specificità e l’unicità della famiglia" tanto più che "l’ordinamento civile già riconosce in modo ampio i diritti individuali per i componenti di altre forme di convivenza". In precedenza i vescovi della CEL, avevano affermato che "la famiglia, così, è il fondamento e il centro della società. E’, infatti, comunità d’amore, grembo di vita, luogo nativo di incontro fra generazioni, palestra di dialogo tra generi diversi, cellula di giustizia sociale, prima risorsa economica del Paese, scuola di umanità nel rispetto del diritto del bambino ad avere padre e madre". Aprendo ad altre forme di matrimonio, "è inevitabile che si producano conseguenze gravi a diversi livelli. Sul piano sociale: viene svilito l’istituto della famiglia, e la società perde il suo fondamento naturale, nonché il suo futuro che è garantito dalla procreazione dei figli e dalla loro educazione a vivere insieme nella fiducia e nella solidarietà. Sul piano culturale: nella coscienza collettiva viene meno l’identità propria e unica della famiglia, e quindi la sua centralità nella struttura sociale. Sul piano pedagogico: come ulteriore conseguenza, le istituzioni educative saranno tenute ad insegnare un ventaglio di ipotesi affettive che, in contraddizione con il piano della creazione, non aiutano la formazione integrale della persona e accrescono la confusione dei bambini". Per questo, si legge ancora nella nota, "confidiamo che quanti hanno responsabilità politiche, sappiano assumere decisioni chiare e sagge, liberi da indebite pressioni da parte di organizzazioni internazionali, convinti che il vero progresso sta innanzitutto nel bene dei bambini che sono i più esposti e indifesi".
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