lunedì 17 settembre 2018
Messaggio finale della Plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) svoltasi in Polonia. Al centro del documento il tema della solidarietà.
I migranti della Diciotti in una foto di Riccardo Magi

I migranti della Diciotti in una foto di Riccardo Magi

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All'Europa che rischia di spaccarsi sulla questione migranti i presidenti delle Conferenze episcopali del Continente lanciano un appello forte: “O l'Ue sarà effettivamente solidale o non sarà”. Il messaggio, scritto chiaro e tondo nel comunicato finale della loro assemblea plenaria, conclusasi a Poznan in Polonia, è stato ribadito anche dal cardinale Angelo Bagnasco, durante l'ultimo incontro con la stampa, tenutosi a Varsavia nella sede della Conferenza episcopale polacca.

A proposito dell'immigrazione, uno dei temi dell'assemblea, il comunicato afferma: “Rileviamo la grande complessità del fenomeno, ma ribadiamo, insieme al Santo Padre Francesco, che la solidarietà è la strada maestra irrinunciabile per affrontare i problemi nazionali, internazionali e mondiali”. Questa strada, prosegue la nota, “è fatta di accoglienza e di integrazione. La cultura individualista, che sembra prevalere come pensiero unico, porta ad una visione economicista dove la solidarietà non ha casa, i più deboli sono sentiti un peso, e gli immigrati vengono percepiti come stranieri”.

Non deve essere ovviamente così. E Bagnasco lo ha sottolineato anche di fronte ai giornalisti: “Sì, l'Europa non può non essere solidale. E cioè non può non essere cristiana, rinnegando le sue radici. Dimenticare la solidarietà significa rinnegare la nostra stessa umanità. E anche gli Stati, nella misura in cui dimenticano la solidarietà, negano se stessi”. Richiesto poi di fare i nomi di alcuni Stati poco solidali, il presidente del Ccee ha detto: “Sarebbe pericoloso e ingiusto. Il nostro compito di pastori è annunciare dei principi, perché gli Stati possano continuare ad esistere e crescere in modo armonico”.

Il presidente dei vescovi polacchi, Stanislaw Gadiecki, ha sintetizzato: “E' necessario trovare un equilibrio tra gli interessi nazionali e quelli comunitari”.Nel comunicato trovano posto anche gli altri temi della plenaria. Ferma condanna per gli abusi, vicinanza al Papa (gli è stata inviata una lettera in tal senso), dialogo est-ovest.

“L'Europa infatti, dopo essere stata il tragico scenario delle due guerre mondiali, deve sviluppare lo spirito della reciproca comprensione e cooperazione, respirando con i suoi due polmoni cristiani – oriente e occidente – l'aria buona della solidarietà”. Gadiecki ha proposto una sorta di Erasmus cattolico per scambi pastorali soprattutto tra i giovani delle diverse Chiese. E il Ccee si farà promotore di un aiuto agli episcopati di Grecia e Romania in serie difficoltà economiche.Tutte queste intenzioni sono state raccolte anche nella Preghiera per l'Europa diffusa al termine dei lavori.

“Signore, tieni aperto il futuro a decisioni generose, libere, nel segno del reciproco rispetto, perché l'Europa sia casa dei popoli”, si legge nell'incipit. E “voi, grandi evangelizzatori dell'Europa, donateci una fede più convinta e il coraggio della testimonianza. Sosteneteci sulla strada della carità evangelica e della solidarietà operosa, nell'accoglienza piena della vita umana, dal suo inizio, lungo la sua esistenza, fino al suo naturale tramonto. Aiutateci a percorrere le vie dell'unità dei cristiani e dei popoli”.

Quindi l'auspicio finale: “Che il Continente non perda il suo volto cristiano, e sia luce di speranza per il mondo intero”. Il Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa (Ccee) ha anche proceduto ad alcune nomine: don Martin Martin Michalícek 44 anni, sacerdote slovacco della diocesi di Nitra, sarà il nuovo segretario generale. Don Antonio Ammirati, già regista delle Messe tramesse in Rai, sarà il vicesegretario generale. L'anno prossimo la plenaria si riunirà a Santiago de Compostela, uno dei luoghi in cui l'Europa ha preso forma.

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