martedì 18 marzo 2014
​Dalla Ap al Washington Post, inchieste giornalistiche confermano la falsità delle accuse rivolte al Papa di non aver contrastato in passato la dittatura argentina.
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Ci ha pensato una delle più importanti agenzie di stampa del mondo, l’americana Associated Press, a verificare come stessero davvero le cose quando padre Jorge Mario Bergoglio era il capo dei gesuiti argentini e la dittatura militare teneva sotto scacco un intero Paese. In un lungo e accurato reportage Ap è andata a verificare sul campo quanto scoperto un anno fa da Avvenire. Un’inchiesta giornalistica che fu ulteriormente approfondita nel libro “La Lista di Bergoglio”, edito da Emi, e firmato dal cronista di Avvenire, Nello Scavo. Appena dopo l’elezione Bergoglio fu accusato di non avere contrastato la giunta militare e di avere avuto addirittura un ruolo nel sequestro di due suoi confratelli. Al contrario emersero le voci di quanti furono protetti dal giovane gesuita che in ripetute circostanze rischiò la vita e arrivò a sfidare i responsabili della mattanza che ha fatto circa 30mila desaparecidos e migliaia di giustiziati sommariamente. Rischi altissimi che portarono proprio alla liberazione dei due gesuiti Orlando Yorio e Franz Jalics. Il successo di quella indagine, ora pubblicata in una dozzina di lingue e in oltre 40 Paesi, ha spinto anche altre blasonate testate internazionali a rovistare nel passato del futuro pontefice. E così che dal Washington Post al New York Post, passando per network come Abc e Fox, nei giorni scorsi si sono susseguiti numerosi approfondimenti. “I critici hanno sostenuto che il silenzio pubblico di Bergoglio di fronte alla repressione lo ha reso complice - scrive l’Associated Press – e perciò hanno messo in guardia da ciò che vedono come revisionismo storico destinato a ripulire la reputazione del papa”. Invece “gli agghiaccianti racconti dei sopravvissuti sono difficili da negare”, aggiunge l’Ap. I reporter hanno potuto svolgere interviste, cercare nuovi testimoni, ricostruire episodi che qualcuno, come l’irriducibile giornalista argentino Horacio Verbitsky, ha provato a mettere in forse. Per ogni dubbio una nuova conferma: “Bergoglio cospirò contro la dittatura, proprio sotto il naso dei militari”, scrive ancora l’Associated Press. Il New York Post ha ricordato un episodio singolare, ma significativo per interpretare la personalità e l’atteggiamento di vita di Bergoglio. “Esther Ballestrino de Careaga, una comunista che era stata capo di Bergoglio in un laboratorio di analisi, prima che lui diventasse prete, lo implorò di nascondere i suoi volumi di letteratura marxista”. E Bergoglio, che avrebbe potuto sbarazzarsi di libri così compromettenti, invece li nascose in mezzo a trattati di teologia. Esther fu una delle fondatrici della Madres de Plaza de Mayo. Fu rapita, torturata e uccisa con un volo della morte. I suoi resti sono stati rinvenuti nel 2005 ed ora riposano sul sagrato della chiesa di Santa Cruz di Buenos Aires.
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