lunedì 25 febbraio 2013
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“Siamo qui per l’affetto che proviamo per il Papa e per la Chiesa”. Antonio è in piazza San Pietro con tutta la famiglia: la moglie Angela e i tre figli: Davide, Damiano e Maria Grazia. “La scelta di questo grande uomo ci ha inizialmente sconvolti, ma ora – confida Antonio – ci accorgiamo che ciò che accade è per la nostra maturazione, per rafforzare la fede della Chiesa”. Ed è questa consapevolezza che rende Antonio e Angela sereni, fiduciosi. Desiderosi solo di dire il loro grazie a Benedetto XVI. 
“Penso sia una scelta da accettare senza pregiudizi, senza fare troppe ipotesi”. Antonio, di Termoli, si stacca dal gruppo delle Comunità Neocatecumenali di Campobasso. Dice di essere rimasto “sorpreso dall’annuncio”, ma, aggiunge, “ho profondo rispetto per questa decisione che certamente il Papa ha maturato nel tempo, considerando anche le sue forze fisiche”. Ed essere in piazza San Pietro è “un modo per manifestargli il nostro affetto”.
“Sono qui per dimostrare vicinanza, per far sentire al Papa che nessuno lo abbandona”. Dopo “aver preso la notizia in modo negativo”, Adriano Pristera ha maturato una convinzione: “penso sia un gesto che va rispettato pienamente”. Così, anche se “saranno i posteri a comprendere il significato reale, la vera portata di questa scelta”, Adriano ha deciso di raggiungere piazza San Pietro. Per condividere “questi ultimi momenti del Pontificato di Benedetto XVI”.
Benedetto è un “Papa da rispettare e da amare”. Teresa e suo marito aspettano che il Papa sia affacci e intanto scattano qualche foto con il loro Enzo, di dieci mesi. Vicino al passeggino ci sono anche i nonni. La piazza va riempiendosi, ma il  piccolo non sembra minimamente turbato dal via vai e dal sottofondo di canti e cori. “Abitiamo nella provincia di Roma, siamo venuti qui appositamente”, dice Teresa. Che aggiunge: “Volevamo salutare il Papa, per l’ultima volta”.
“Il ministro di Cristo ha bisogno di essere appoggiato dalla preghiera di chi ama Gesù”. Suor Bernardetta è convinta che in questo momento il raccoglimento e il silenzio siano fondamentali.  “Dobbiamo pregare”, ripete suor Bernardetta, che è di origine croata, “perché, come ci ha ripetuto tante volte Benedetto XVI, dobbiamo allontanarci dalle esigenze materiali che ci fanno deviare, come è successo agli apostoli, allo stesso San Pietro che ha rinnegato il suo Signore per debolezza”.
“Anche se farà una vita nascosta, Benedetto XVI continuerà ad operare per il bene della sua Chiesa”. Ne è convinta Christina per la quale Ratzinger “porterà avanti il rinnovamento della Chiesa nella preghiera e in comunione con Dio”. “Sono qui – dice con tipico accento tedesco – per  dare testimonianza e sostegno al Santo Padre: oggi in piazza San Pietro si è visto concretamente un popolo in comunione con il Papa, unito dallo Spirito in nome di Cristo”.
“Sono qui per dirgli grazie. Il Papa è molto bravo, è cosciente della sua missione: ha capito che la Chiesa ha bisogno di un Papa forte. Lui è anziano e si è reso conto che non ce la faceva: per questo ha deciso di lasciare”. Per don Firmino, originario del Ciad, quello di Papa Benedetto è un gesto che merita rispetto e ammirazione. “Sono stato tante volte in piazza la domenica per la recita dell’Angelus – spiega – ma oggi è un giorno speciale”.
 “Volevamo stare vicini al Papa in questo momento difficile, per trasmettergli l’amore che la Chiesa ha per lui”. Al termine dell’Angelus, Pietro si stacca per un attimo dal gruppo di giovani famiglie che ha raggiunto la piazza con bimbi e passeggini. “Sono stati anni bellissimi: diverso da Giovanni Paolo II, ma non meno profondo, Benedetto XVI mi ha aiutato molto, anche come famiglia”. Ecco perché non poteva non esserci, tra la folla che il Colonnato del Bernini fatica a raccogliere.
 “Il potere è come una droga: il Papa invece ha fatto un gesto di grande umiltà, per rinunciare occorre coraggio”, ripete padre Alexander Palliparambil, religioso agostiniano di origine indiana che è a Roma per terminare gli studi di patrologia. “Mi sono commosso è un momento unico della vita”, confida padre Alexander che si ritiene “fortunato” per aver potuto partecipare ad un altro evento storico: la morte di Giovanni Paolo II. A quel ricordo, vivo e indelebile, se ne è aggiunto uno nuovo. 
Andreina Spuri ha partecipato alla notte di adorazione organizzata dai Papaboys nella parrocchia di Santa Maria alle Fornaci. Ed è felice di essere in piazza. “Con il cuore pieno di gratitudine per il bene che questo Papa ha fatto alla Chiesa e ad ognuno di noi, e per il bene che farà nel silenzio, nel nascondimento”, sottolinea Andreina che di Benedetto XVI porterà nel cuore “il rigore con cui ci ha confermato nelle verità della nostra fede,  la sua umanità fatta di forza, di dolcezza e mitezza, la preparazione teologica, la capacità di arrivare al cuore delle persone”.
Giusto il tempo per organizzare una trasferta lampo dalla Sardegna e la famiglia Satta è arrivata a Roma “per pregare con Benedetto XVI”. Tonino, delegato regionale dell’Azione Cattolica, sua moglie Pinuccia e i figli Grazia e Ignazio sono partiti da Sassari. “Nonostante la grande corsa per incasellare tutti gli impegni, mi sento bene, sono sereno”, confida Tonino. “Questo – aggiunge – è un momento bello di affetto e di incoraggiamento”.
“Questa è una giornata importante: certamente il Pontefice ha vissuto un momento di crisi ed è giusto fargli sentire il nostro sostegno”, sottolinea Ida che a piazza San Pietro è arrivata con il fratello Paolo. “Sono qui – spiega - pur avendo il biglietto per un treno che parte fra poco e che spero di riuscire a prendere per poter votare, a 400 chilometri da qui”. Ma ha voluto esserci. Come domenica scorsa e come quella domenica di solidarietà al Papa, dopo la visita annullata all’Università La Sapienza.
Con una mano stringe un fazzoletto blu della Comunità Cattolica Shalom e con l’altra sorregge l’enorme striscione bianco con la scritta blu a caratteri cubitali: “Grazie, Santo Padre”. Luciana è brasiliana fa parte del movimento di laici e consacrati nato in terra carioca, ormai diffuso in diversi Paesi e che tra le sue sedi ne ha una a Roma e una a Civita Castellana. “Riconosciamo in lui la presenza di Pietro: Benedetto XVI è e resterà sempre un grandissimo testimone dell’amore di Dio  e dell’umiltà”, dice Luciana.
“Sono molto dispiaciuto per la rinuncia di Benedetto XVI che considero un grandissimo Papa, coraggioso e santo”. Sono questi sentimenti che si agitano nel giovane cuore di Edoardo, studente universitario di Roma,  che ha voluto manifestare la sua vicinanza ad un Papa che “certamente ha preso questa decisione con una terribile sofferenza”. “Il Papa non scende dalla Croce, lascia che ce lo inchiodino, per consentire al Successore di continuare la sua opera di purificazione”, dice con convinzione.
“Volevamo salutare il Papa che è una figura che ci sta a cuore”. Fabio, insieme a sei amici dell’Oratorio Santi Pietro e Paolo di Mezzate, è arrivato a Roma da Peschiera Borromeo. “A Madrid siamo andati noi ad incontrarlo, a Milano è venuto lui da noi e oggi siamo qui, a casa sua, per salutarlo ancora una volta”, spiega Fabio che ha rinunciato all’incarico di scrutatore al seggio per essere in piazza San Pietro. “Per noi – spiega - rappresenta un punto di riferimento, un Papa che ha saputo andare controcorrente”.
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