giovedì 10 ottobre 2019
«I bimbi yanomami hanno altissimi livelli di mercurio nel sangue a causa dell’estrazione illegale dell’oro. La diga di Belo Monte ha privato le genti dello Xingu del pesce»
(Foto Stefania Falasca)

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«Papa Francesco sta dando un messaggio importante all’opinione pubblica globale: non privatevi della saggezza ancestrale degli indigeni». La giurista filippina Victoria Tauli-Corpuz, relatrice speciale dell’Onu per i popoli indigeni, è uno dei dodici invitati speciali al Sinodo sull’Amazzonia. Ha contribuito alla redazione della dichiarazione Onu del 2007 sui diritti dei popoli originari. «La mia esperienza più importante è quella di donna indigena. Appartengo all’etnia Kankanaey Igorot, antichi abitanti delle montagne filippine, come sottolinea l’abito che indosso», afferma, mostrando la tunica rossa.

Quali sono le principali minacce che i popoli amazzonici devono affrontare?
In primo luogo, la sistematica violazione del loro diritto alla terra. Nonostante esso sia garantito dalle Costituzioni dei Paesi della regione, si assiste all’esproprio dei territori nativi per far posto ai megaprogetti e all’agro-business. Quando, poi, gli indios protestano, vengono criminalizzati. O, peggio, uccisi. Infine, gli indigeni soffrono per l’inquinamento e le devastazioni ambientali prodotte dai progetti estrattivi. Penso al caso dei bimbi Yanomami brasiliani con altissimi livelli di mercurio nel sangue a causa dell’estrazione illegale dell’oro o alle genti dello Xingu, private del principale sostentamento, i pesci, dalla diga di Belo Monte.

I governi dei Paesi amazzonici hanno responsabilità in tali violazioni?
Senza la corruzione, simili violazioni non sarebbero possibili. Combatterla è il primo passo che i governi sono chiamati a fare per tutelare i diritti degli indigeni e consentire loro di scegliere liberamente quale modello economico adottare.

E i Paesi del Nord del mondo? Che responsabilità hanno e come possono contribuire alla tutela dei nativi?
Europa e Stati Uniti possono avere un grande ruolo. Le risorse depredate dall’Amazzonia sono esportate in questa parte di mondo. Credo, però, con fermezza, nel potere di pressione dei consumatori. I cittadini hanno il dovere di informarsi su quanto acquistano. E di boicottare le merci prodotte a discapito delle vite umane, dello sterminio di popoli e culture. Credo che questo Sinodo avrà un effetto forte e duraturo nella maturazione di tale consapevolezza.

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