mercoledì 14 gennaio 2015
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Il santuario di Madhu risale al 1670 circa. L’invasione dell’isola di Ceylon (oggi Sri Lanka) da parte degli olandesi e la persecuzione dei cattolici, costrinse circa 700 dei questi a fuggire nelle foreste abbandonando la città di Mantai. Nell’esodo si portarono dietro la statua della Madonna, per evitare che fosse distrutta. In seguito venne costruito, nella giungla, un nuovo santuario a Madhu, dove la statua venne ricollocata e dove ancor oggi viene venerata. Le persecuzioni terminarono con l’arrivo degli inglesi, nell’800. Nel tempo, nella piccola comunità cattolica, si diffuse la consuetudine di compiere pellegrinaggi a Madhu. Nel 1872 iniziò la costruzione di una nuova chiesa, con anche la realizzazione di una di un grotta della Madonna di Lourdes. Nel 1924, su concessione di Papa Pio XI, avvenne la solenne incoronazione della statua della Madonna di Madhu. Il Pontefice inviò per la cerimonia un suo inviato. La chiesa venne consacrata ufficialmente solo nel 1944, durante la Seconda guerra mondiale. Nonostante tutte le difficoltà per la cerimonia accorsero ben 30mila fedeli. La statua della Madonna di Madhu è stata portata dai vescovi in processione per le parrocchie del Paese per tre volte, nel 1948, 1974 e 2001. In particolare nell’ultima occasione si pregò per la pace e la riconciliazione nazionale. Il Paese era dilaniato da una sanguinosa guerra civile tra i Tamil e i Cingalesi, le due etnie principali.

Nostra Signora di Madhu Il santuario fu al centro di momenti drammatici nel novembre del 1999, quando in pieno conflitto civile diverse migliaia di sfollati si erano sistemati in un campo profughi vicino alla chiesa. La zona però divenne l’epicentro degli scontri tra governativi e ribelli. Diverse bombe colpirono l’area del santuario e in 44, tra cui 13 bambini, rimasero uccisi e altri 60 feriti. La responsabilità del bombardamento non è stata ancora chiarita. E resta ancora nella memoria il 15 agosto del 2007, quando, 25mila pellegrini singalesi e tamil arrivarono al santuario, attraversando numerosi posti di blocco e in mezzo ai bombardamenti e agli scontri, per pregare che “arrivi presto la pace”. L’anno prima invece i ribelli tamil avevano bloccato l’accesso dei pellegrini al santuario. Nel 2008 invece il santuario rimase chiuso per diverso tempo perché la zona era stata minata dai combattenti e il 15 agosto poterono arrivare fin qui solo 200 fedeli al giorno, sempre per motivi di sicurezza. I pellegrinaggi poterono poi ripartire nel 2009. “Madhu è un simbolo della riconciliazione, perché è situata in una zona dove c’era la guerra, abitata dalla popolazione Tamil – ha spiegato alla Radio Vaticana don Anselmo -. Ci sono tantissimi cattolici anche lì: io sono stato lì, quando c’era la guerra. Ci sono tanti orfani che hanno perso oltre alla famiglia, anche la casa. Vivevano lì… Avreste dovuto vedere la loro fede, in quei giorni: ogni mattina vanno a Messa e la chiesa è strapiena, strapiena! La gente canta ad alta voce … perché per loro la Madonna è la mediatrice e con Lei loro non hanno sentito la mancanza di Dio, nemmeno durante la guerra. Questo è un simbolo grande, grande, grande! Il vescovo della diocesi di Mannar ha deciso di condividere la statua con il Paese e la statua ha iniziato a girare per il Paese. Dopo un anno, sono iniziati i primi negoziati di pace. Questo è un simbolo: la Madonna sicuramente ci ha salvati dalla guerra. Poi, la chiesa è sempre, ogni giorno, piena di pellegrini: non solo da quella zona, ma da tutto lo Sri Lanka. Papa Francesco è venuto per dire grazie alla Madonna per questo dono della pace”.
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