martedì 23 settembre 2014
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Cambia il primo comma dell’articolo 26 dello Statuto della Cei, quello che riguarda la nomina del presidente. Alla formulazione precedente - «In considerazione dei particolari vincoli dell’Episcopato d’Italia con il Papa, vescovo di Roma, la nomina del Presidente della Conferenza è riservata al Sommo Pontefice» - viene aggiunta la specifica: «su proposta dell’Assemblea Generale che elegge, a maggioranza assoluta, una terna di vescovi diocesani». La variazione, approvata «dopo ampio dibattito e due votazioni orientative» nel corso dell’Assemblea di maggio, ha ricevuto la richiesta "recognitio" della Congregazione per i vescovi il 2 settembre. Promulgata con apposito decreto il 9 settembre, verrà pubblicata a breve dal "Notiziario della Cei". Per la prima volta quindi lo Statuto Cei prevede formalmente una consultazione tra i vescovi italiani in vista della scelta del presidente che comunque rimane riservata al Papa. Il meccanismo tecnico di voto che porterà alla scelta «a maggioranza assoluta» della «terna di vescovi diocesani» da sottoporre al Pontefice verrà stabilito a livello di Regolamento (senza necessità di "recognitio") con modalità che deve ancora essere definita. Regolamento che intanto è stato emendato, con un ulteriore decreto del 9 settembre, negli articoli 111, 116 e 124 che riguardano, rispettivamente, la composizione delle Commissioni episcopali, i loro piani di lavoro, le attività delle Conferenze episcopali regionali. Anche queste variazioni verranno pubblicate a breve nel Notiziario Cei. Negli articoli emendati si aggiunge che i membri delle Commissioni devono essere scelti «garantendo un’equa rappresentanza delle tre aree del territorio nazionale» e che le Conferenze regionali devono indicare «preferibilmente» come candidati alle Commissioni «i vescovi delegati regionali per i settori di attività pastorale». Si specifica poi che le Commissioni «assolvono un servizio di informazione, richiamo, proposta su temi emergenti attenenti alle loro competenze a favore dei vescovi sia personalmente, sia nelle Conferenze regionali» e che «svolgeranno questo servizio con strumenti adeguati». Si auspica infine che per favorire una adeguata collaborazione «le riunioni regionali precedano le sessioni dell’Assemblea Generale e del Consiglio episcopale permanente».
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