venerdì 5 ottobre 2018
Migranti, paternità e maternità, abusi sessuali, castità prematrimoniale, teoria del gender, le sfide dell’era digitale. Sono alcuni di temi affrontati nel dibattito tra giovedì e venerdì
Un momento del Sinodo (Siciliani)

Un momento del Sinodo (Siciliani)

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Migranti, paternità e maternità, abusi sessuali, castità prematrimoniale, teoria del gender, le sfide dell’era digitale. Sono questi alcuni di temi affrontati nel corso della terza e quarta Congregazione generale del Sinodo sui giovani. L’elenco, molto ampio, delle questioni affrontate in aula giovedì pomeriggio e venerdì mattina è stato illustrato nel consueto briefing di metà giornata da Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero vaticano per la comunicazione. Tra le parole maggiormente pronunciate ci sono «ascolto», «empatia» e «pietre scartate».

Nelle due sessioni, presente papa Francesco, si è continuato a riflettere sulla prima parte dell’Instrumentum laboris, e quindi sull’«ascoltare». Si è parlato di migrazione globale e dei tanti flussi che la caratterizzano, anche da Oriente a Occidente, e «del perché tanti giovani con laurea non riescono poi a vivere nei paesi di approdo la loro vocazione originaria, non riescono ad avere una famiglia, e altri disagi, che da un lato impoveriscono i paesi di provenienza, e dall’altra impediscono una vita serena e felice». Si è detto quindi, ha riferito Ruffini, che «la Chiesa dev’essere vicina anche ai giovani di seconda generazione, così come ai nuovi arrivati». Le nuove generazioni nel loro complesso, tra l’altro, vengono viste come più orientate a una «volontà di accoglienza dei profughi, anche se poi si trovano davanti a un problema più grande di loro». È spuntata poi la proposta di creare un apposito Pontificio Consiglio per i giovani.

Ruffini quindi ha informato che «il tema del sesso e della castità pre-matrimoniale, dell’astinenza prima delle nozze» è stato trattato da uno dei padri sinodali, che ha sottolineato come la posizione della Chiesa su questo aspetto pone «due rischi: da una parte rischia di far sposare le coppie prima del tempo di un’adeguata maturazione della loro volontà, dall’altra di provocare un allontanamento dal sacramento di chi non riesce a vivere la vita di coppia senza rapporti sessuali». Questo padre sinodale, ha precisato Ruffini, «ha voluto spiegare che “questa è un cosa alla quale ci troviamo di fronte”, insomma un tema da tener presente» e «ha detto che rispetto a questo divieto, ci sono ragazzi che “perdiamo per un po’”, alcuni ritornano, altri “li perdiamo per sempre”».

Al briefing hanno preso parte anche due padri sinodali (l’arcivescovo si Sydney Anthony Colin Fisher e il presule panamense Manuel Ochogavia Barahona) e la giovane uditrice malgascia Tahiry Malala Marion Sophie Rakotoroalahy. Fisher, dopo averlo fatto in Aula, ha nuovamente e personalmente chiesto perdono per la vicenda degli abusi. «Noi avremmo dovuto assicurare che la Chiesa fosse il posto più sicuro per i bambini – ha detto il presule ai giornalisti – proviamo vergogna per quanto è successo». «Ci sono tanti giovani ed ex giovani, feriti», ha aggiunto, persone la cui fiducia è stata tradita: «la Chiesa deve parlare a loro e non di loro, come se fossero un fenomeno». Ochogavia ha illustrato il grande lavoro che in America Latina e nei Caraibi si sta facendo per la formazione giovanile. Mentre la giovane del Madagascar ha anche auspicato una maggiore attenzione alla liturgia – omelie comprese –, tale da essere più prossima ai giovani e capace di arginare il «fenomeno delle sette».

Oltre all’appuntamento del briefing, non sono mancati interventi a margine di altri padri sinodali. Il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, non ha escluso che il Papa «ci farà qualche sorpresa», «qualcosa di sicuro inventerà prima della conclusione del Sinodo». Mentre il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e presidente dell’episcopato tedesco, ha ribadito come il Sinodo «sia una buona opportunità» per parlare del tema degli abusi. «Ci sono stati diversi interventi in merito, il tema è presente in tutto il mondo – ha spiegato – noi dobbiamo concentrarci su due cose essenzialmente. Uno, la Chiesa deve mostrare di essere un posto sicuro per i bambini. Secondo, i giovani vogliono una Chiesa che sia una comunità aperta, trasparente e includente».

Marx ha partecipato alla conferenza stampa per l’inaugurazione di un nuovo master interdisciplinare sulla Salvaguardia dei minori della Pontificia Università Gregoriana. Nell’occasione il porporato tedesco ha ribadito che il celibato si può discutere, ma abolirlo non è la soluzione del problema degli abusi e che bisogna iniziare una discussione per verificare se il diritto canonico vigente sia ancora adeguato nel trattare la questione degli abusi e dei scandali finanziari nella Chiesa. Marx, che è membro del C9, ha confermato di ritenere che la Santa Sede «chiarirà» le questioni sollevate dal memoriale dell’ex nunzio negli Stati Uniti Carlo Maria Viganò.

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