mercoledì 21 ottobre 2015
Ma anche “Accompagnamento” e “discernimento”. Sono i binari del dibattito dei 13 Circoli Minori sulla terza parte dell’Instrumentum laboris.
LA SINTESI Le relazioni dei circoli minori (Andrea Galli)  LE RELAZIONI INTEGRALI
VAI ALLO SPECIALE SINODO 
COMMENTA E CONDIVIDI
“Accompagnamento”, “discernimento”, ma anche proposte concrete sul piano pastorale. Si è svolto su questi binari il dibattito dei 13 Circoli Minori sulla terza parte dell’Instrumentum laboris, di cui oggi la sala stampa della Santa Sede ha diffuso la sintesi. Il Circolo francese moderato dal cardinale Robert Sarah si è pronunciato in favore della disciplina attuale, riguardo all’accesso dei sacramenti, approfondendo però “la possibilità di partecipazione alla vita della comunità cristiana”; sulla stessa linea il Circolo anglofono moderato dal cardinale George Pell. Nonostante “le grandi diversità di esperienze e di approcci” riguardo al tema dei divorziati risposati, il circolo francese moderato da monsignor Maurice Piat ha chiesto, comunque sia, di “uscire e di andare incontro alle famiglie, soprattutto a quelle che si sono più allontanate”. Proposte molto dettagliate sono arrivate dal Circolo inglese moderato dal cardinale Gerard Vincent Nichols: secondo i partecipanti, l’approccio pastorale verso i divorziati risposati dovrebbe partire dall’“ascolto reverenziale”, “attento alle storie di coloro che cercano comprensione e sostegno” per poi tradursi in un “accompagnamento che promuova una più profonda sequela di Cristo basata sul vincolo perdurante del battesimo”, piuttosto che sulla questione dell’accesso all’Eucaristia. Questo “processo di ascolto reverenziale”, il dettaglio della proposta, dovrebbe includere l’ascolto della “storia del primo matrimonio” e della sua “possibile invalidità”; l’ascolto delle “ferite causate dal divorzio sugli individui, sui loro figli, sulle famiglie e le comunità; l’ascolto e la valutazione del secondo matrimonio e della sua “stabilità”; l’attenzione alla “formazione e crescita spirituale”, al “senso di pentimento espresso per le ferite e il peccato” e alla formazione di “un giudizio più maturo sulla coscienza dell’attuale situazione”. “Rispetto della situazione di coloro che hanno sperimentato il fallimento del matrimonio”, i membri del Circolo italiano moderato dal cardinale Francesco Montenegro si sono trovati d’accordo “sull’esigenza di affrontarle avendo particolare cura nel distinguere la varietà di situazioni, promuovendo comunque itinerari di fede, di riconciliazione e di integrazione nella comunità ecclesiale”, attraverso “un accurato e prudente discernimento pastorale sotto l’autorità finale del vescovo”. “Le Conferenze episcopali - la proposta - sono chiamate a maturare criteri comuni adeguati alle situazioni delle rispettive Chiese particolari”. Circa la disciplina riguardante i divorziati risposati, si legge nella sintesi del Circolo italiano moderato dal cardinale Edoardo Menichelli, “a tutt’oggi non è possibile stabilire criteri generali inclusivi di tutti i casi, talvolta molto diversificati fra loro”: di qui l’appello al “discernimento, primariamente del vescovo, accurato e rispettoso della complessità di tali situazioni”. Quattro i punti per la pastorale dei divorziati risposati su cui hanno trovato l’accordo i membri del Circolo italiano moderato dal cardinale Angelo Bagnasco: “Rimuovere alcune forme di esclusione liturgica, educativa, pastorale, ancora esistenti; promuovere cammini d’integrazione umana, familiare e spirituale da parte di sacerdoti, coppie esperte e consultori; in ordine alla partecipazione alla comunione, ferma restando la dottrina attuale, discernere in foro interno sotto la guida del vescovo e di presbiteri designati le singole situazioni con criteri comuni secondo la virtù di prudenza, educando le comunità cristiane all’accoglienza; affidare al Santo Padre l’approfondimento del rapporto tra aspetto comunionale e medicinale della comunione eucaristica, in riferimento a Cristo e alla Chiesa”. “È compito della comunità ecclesiale offrire un permanente cammino di catechesi che accompagni tutte le età della vita e coinvolga le famiglie, senza limitarsi alla preparazione immediata ai sacramenti”. È la proposta del Circolo italiano moderato dal cardinale Francesco Montenegro, in cui si mette l’accento sulla necessità di curare la “preparazione remota” e la “preparazione immediata” al matrimonio. “Accompagnare”, riferito a “tutte le situazioni che si radicano sul battesimo”, è il verbo che risuona nel Circolo italiano moderato dal cardinale Angelo Bagnasco, dal quale è emersa “una forte istanza di scommettere su una Chiesa che sappia coinvolgere e inviti i nubendi a coinvolgersi per costruire la casa comune del loro futuro”, passando “dai corsi di preparazione a un percorso di coinvolgimento degli sposi nella vita ecclesiale e della Chiesa nel cammino degli sposi, traducendolo in un vero itinerario di iniziazione”. Anche nel Circolo inglese moderato da monsignor Eamon Martin si è discusso di preparazione al matrimonio, esprimendo la necessità di percorsi “più completi e concertati”. Di preparazione al matrimonio “remota, prossima e immediata” si è parlato infine nel Circolo anglofono moderato dal cardinale Vincent Gerhard Nichols, dove si è auspicata una “catechesi a lungo termine che consideri il matrimonio come un itinerario di fede”.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: