venerdì 18 settembre 2020
Duecento i partecipanti. Prima il Rosario, poi la Messa presieduta da Delpini. E il ricordo di don Malgesini
Un'immagine dell'incontro dei sacerdoti anziani o malati a Caravaggio

Un'immagine dell'incontro dei sacerdoti anziani o malati a Caravaggio - Dal sito Chiesadimilano.it

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«È soprattutto a voi, cari confratelli che vivete il tempo della vecchiaia o l’ora amara della malattia, che sento il bisogno di dire grazie. Grazie per la testimonianza di amore fedele a Dio e alla Chiesa. Grazie per l’annuncio silenzioso del vangelo della vita. Grazie perché siete memoria viva cui attingere per costruire il domani della Chiesa». È un passo del messaggio di papa Francesco ai partecipanti al sesto incontro regionale dei preti anziani e malati con i vescovi della Lombardia, svoltosi ieri, come sempre, nel Santuario di Santa Maria del Fonte a Caravaggio (provincia di Bergamo, diocesi di Cremona). Un incontro ancor più atteso e desiderato, in questo tempo di pandemia, dopo la stagione faticosa, angosciante, drammatica del lockdown. Come dimostrano i numeri dei partecipanti: ben 200, fra cui 105 sacerdoti anziani o ammalati, giunti da tutte le diocesi della regione. Al loro servizio, una settantina di volontari dell’Unitalsi Lombarda.

In preghiera per don Malgesini. Il rispetto rigoroso delle norme anticontagio non ha tolto un grammo al clima di gioia e di commozione che caratterizza questa giornata di preghiera e fraternità. Che si è aperta col Rosario in processione dal Centro di spiritualità (dove mercoledì e ieri si è riunita la Conferenza episcopale lombarda per la sua sessione autunnale) fino al Santuario. Qui l’arcivescovo di Milano e metropolita di Lombardia Mario Delpini ha presieduto la Messa concelebrata dai vescovi della regione, all’inizio della quale l’emerito di Mantova Roberto Busti, assistente spirituale dell’Unitalsi Lombarda, ha letto il messaggio del Papa. Alla preghiera dei fedeli è stato ricordato don Roberto Malgesini, il sacerdote ucciso martedì a Como, e ci si è uniti al dolore della famiglia e della diocesi guidata dal vescovo Oscar Cantoni (che non si è potuto unire all’incontro di Caravaggio). Nel rispetto delle regole anti Covid anche l’atto finale dell’incontro: il pranzo con i 175 pasti (in porzioni termosigillate) donati da Ernesto Pellegrini.

Il Papa: «esperienza di purificazione». Prima il grazie ai vescovi lombardi e all’Unitalsi per questa giornata dedicata «alla parte fisicamente più fragile» del presbiterio. Quindi il grazie ai preti anziani e malati per la loro preziosa testimonianza. Infine, il «ricordo nella preghiera» dei «tanti preti deceduti» a causa del virus e di «quanti stanno affrontando il percorso di riabilitazione». Questo tempo di pandemia, di paura del contagio, di solitudine forzata, sottolinea papa Francesco nel suo messaggio, «ci ha ricordato la nostra precarietà». Che per molti anziani è già pane quotidiano, riconosce il Pontefice. «Spero tanto che questo periodo ci aiuti a capire che, molto più dell’occupare spazi, è necessario non sciupare il tempo che ci viene donato; che ci aiuti a gustare la bellezza dell’incontro con l’altro, a guarire dal virus dell’autosufficienza», suggerisce il Papa. «Con la grazia di Dio» questo tempo «può essere un’esperienza di purificazione. Anche per la nostra vita sacerdotale la fragilità può essere "Come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai" (Mal 3,2) che, innalzandoci verso Dio, ci raffina e ci santifica. Non abbiamo paura della sofferenza: il Signore porta la croce con noi!».

Delpini: Dio ha bisogno di voi. «I preti anziani spesso sono presenze molto preziose e ricercate: per la confessione, un consiglio, un segno d’affetto. E spesso sono una testimonianza più efficace nell’impotenza che nell’efficienza». Lo ha detto l’arcivescovo Delpini in omelia, incoraggiando i sacerdoti anziani e malati a vincere la tentazione dello scoraggiamento, della rassegnazione, del senso di inutilità lasciandosi illuminare dal Magnificat di Maria e dall’esempio della donna che in casa di Simone il fariseo, «senza dire una parola, con le sue lacrime lava i piedi di Gesù e con il suo olio lo unge». Ecco: «se tu sei ancora capace di piangere, di commuoverti alla presenza di Gesù, di sentire il pentimento dei tuoi peccati, di provare compassione per i fratelli, e se hai olio da versare, per riconoscere la dignità e la grandezza delle persone, e balsamo che allevia il dolore delle ferite – ha affermato il presule – il Signore ha bisogno di te, ha stima di te, si rallegra della tua presenza».




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