giovedì 26 febbraio 2015
​26 milioni di crediti&#160;a&#160;4.500 famiglie: è il risultato della&#160;più importante esperienza di microcredito a sostegno delle famiglie in difficoltà.&#160;<strong class="ms-rteFontSize-1"><a href="/Dossier/CEI/Documenti/Pagine/bagnasco-discorso-prestito-della-speranza.aspx">IL DISCORSO DI BAGNASCO</a></strong><br/><strong class="ms-rteForeColor-Avvenire ms-rteFontSize-1">EDITORIALE</strong> <a href="/Commenti/Pagine/slancio-agli-ultimi.aspx"><strong>Slancio agli ultimi</strong></a> <span class="ms-rteFontSize-1"><strong>di Massimo Calvi</strong></span>
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​26 milioni di crediti assegnato a 4.500 famiglie in tutta Italia: è lo straordinario risultato raggiunto dal Prestito della speranza, la più importante esperienza di microcredito con risorse private a sostegno delle famiglie in difficoltà a causa della crisi. Oggi inizia la fase 3.0, con un rilancio del prestito non solo alle famiglie ma anche a piccolissime imprese o nuove iniziative imprenditoriali in grado di creare opportunità di investimento e nuovi posti di lavoro.Nuova protagonista Intesa San Paolo, attraverso la sua Banca Prossima, che, come ha spiegato il cardinale Angelo Bagnasco alla presentazione questa mattina a Roma, "erogherà quadriplicato il fondo di garanzia di 25 milioni di euro messo a disposizione dalla Cei".La "fase 3.0" del Prestito della speranza è stata presentata questa mattina a Roma nella Sala Marconi della Radio Vaticana; oltre al presidente della Cei, erano presenti monsignor Luigi Bressan, presidente della Caritas italiana, Marco Morganti, amministratore delegato di Banca Prossima, Carlo Messina, Ceo di Intesa San Paolo e il direttore di Avvenire Marco Tarquinio.Il cardinale Bagnasco ha ribadito la richiesta ai "responsabili della cosa pubblica" di mettere al primo posto dei loro pensieri "il lavoro e l'occupazione". La crisi economica persiste, anche se ci sono segnali incoraggianti. "Condividiamo la speranza di tutti, mentre tocchiamo con mano come il disagio continui a tormentare moltissime famiglie. I nostri giorvani e i meno giovani conoscono l'amara esperienza di sentirsi inutili perché privi di un'occupazione e di una prospettiva sicura". Bagnasco ha ripercorso la storia del Prestito della speranza, progetto di microcredito sociale nato nel 2009 con l'idea di "costruire un ponte per le famiglie in difficoltà, che permettesse loro di superare la crisi". Da allora sono stati erogati 26 milioni di finanziamenti a 4.500 famiglie, attraverso il lavoro delle Caritas che a livello diocesano hanno individuato i destinatari dei prestiti. Le regioni che hanno usufruito maggiormente del prestito sono state Campania, Puglia e Lombardia.Ora parte la fase seguente: un rilancio a partire dal 2 marzo prossimo, che contempla, accanto al credito sociale rivolto alle persone e alle famiglie, anche il finanziamento verso le microimprese o nuove iniziative imprenditoriali. Il partner della Cei, che ha previsto un fondo di garanzia di 25 milioni proveniente dall'8x1000, in questa nuova avventura è Intesa Sanpaolo, che per il biennio 2015-2016 attraverso Banca Prossima (la banca del gruppo dedicata al no profit laico e religioso) garantirà "più credito a tassi molto contenuti a famiglie e persone in temporanea difficoltà", quadruplicando il fondo di garanzia della Cei, che arriva quindi a 100 milioni. Il Prestito della speranza avrà due forme: "Credito sociale" destinato alle famiglie disagiate, con unprestito di importo massimo di 7.500 euro erogate in 6 rate bimensili di 1.250 euro ciascuna come forma di sostegno al reddito. E "Credito fare impresa", rivolto a microimprese a bassa capitalizzazione o di nuova costituzione, con un prestito erogato in unica soluzione dell'importo massimo di 25mila euro. Particolare attenzione verrà rivolta ai giovani under 40. Un segno forte di speranza contro la crisi.
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