sabato 20 aprile 2019
La festa più grande, quella di Cristo Risorto che vince la morte, è un invito alla gioia, al ringraziamento e insieme alla responsabilità. Sentimenti che risuonano armoniosi nella poesia di Mario Luzi
Pieter Paul Rubens, "Resurrezione di Cristo"

Pieter Paul Rubens, "Resurrezione di Cristo"

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È Pasqua, la festa più grande. Il giorno in cui la vita vince per sempre la morte. Di fronte al Signore risorto, alla sua testimonianza di amore, l’uomo non può che stupirsi, restare in silenzio e ringraziare. Eppure proprio l’annuncio, la certezza della vita nuova porta con sé una più urgente chiamata alla responsabilità, alla comunione. Perché la gioia per crescere, per cambiare l’orizzonte della nostra speranza, va condivisa con gli altri, specie con chi fa più fatica.

Luzi: l'amore è più grande delle offese

Lo hanno capito tanti scrittori e poeti. Come Mario Luzi (1914-2005) che conclude con una bellissima preghiera in forma di poesia, le meditazioni per la Via Crucis al Colosseo del 1999. Perchè la vita nuova è vittoria sull’uomo vecchio, è luce che annichilisce il buio cupo della morte.

«Dal sepolcro la vita è deflagrata.
La morte ha perduto il duro agone.
Comincia un’era nuova: l’uomo riconciliato nella nuova
alleanza sancita dal tuo sangue
ha dinanzi a sé la via.
Difficile tenersi in quel cammino.
La porta del tuo regno è stretta.
Ora sì, o Redentore, che abbiamo bisogno del tuo aiuto,
ora sì che invochiamo il tuo soccorso,
tu, guida e presidio, non ce lo negare.
L’offesa del mondo è stata immane.
Infinitamente più grande è stato il tuo amore.
Noi con amore ti chiediamo amore.
Amen».

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