martedì 19 marzo 2019
Papa Francesco «ha lasciato il cardinale Barbarin libero di prendere la decisione migliore per la diocesi e il cardinale Barbarin ha deciso di ritirarsi per un periodo di tempo»
Il cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione, ricevuto ieri dal Papa (Ansa/Vatican media)

Il cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione, ricevuto ieri dal Papa (Ansa/Vatican media)

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Papa Francesco non ha accettato le dimissioni da arcivescovo di Lione presentate dal cardinale Philippe Barbarin durante l’udienza privata di lunedì mattina in Vaticano. Lo ha comunicato la Sala Stampa vaticana attraverso il “portavoce” Alessandro Gisotti che ha risposto alle domande di alcuni giornalisti. Il porporato francese è stato condannato lo scorso 7 marzo nella sua città a sei mesi con la condizionale per “omessa denuncia di maltrattamenti” su minori, con riferimento agli abusi perpetrati fra il 1986 e il 1991 da Bernard Preynat, all’epoca cappellano diocesano di gruppi scout.

Barbarin ha pubblicato un breve comunicato. «Lunedì mattina – ha scritto – ho rimesso la mia missione nelle mani del Santo Padre. Invocando la presunzione d’innocenza, egli non ha voluto accettare queste dimissioni. Mi ha lasciato la libertà di prendere la decisione che mi sembrasse migliore per la vita della diocesi di Lione oggi. Su suo suggerimento e poiché la Chiesa di Lione soffre da tre anni, ho deciso di ritirarmi per qualche tempo e di lasciare la guida della diocesi al vicario generale moderatore, padre Yves Baumgarten. Questa decisione prende effetto a contare da questo giorno».

Confermando in giornata la notizia il direttore ad interim della Sala Stampa vaticana, Gisotti, ha dichiarato: «Cosciente tuttavia delle difficoltà che vive in questo momento l’arcidiocesi, il Papa ha lasciato il cardinale Barbarin libero di prendere la decisione migliore per la diocesi e il cardinale Barbarin ha deciso di ritirarsi per un periodo di tempo». E ha aggiunto: «La Santa Sede tiene a ribadire la sua vicinanza alle vittime di abusi, ai fedeli dell’arcidiocesi di Lione e di tutta la Chiesa di Francia che vivono un momento particolarmente doloroso». L’attenzione del Papa alle vittime rimane quindi alta.

Barbarin aveva già tenuto a dissociare la propria volontà di dimettersi, per il bene della diocesi, dalla condanna per la quale ha presentato ricorso in appello. In proposito, è da notare che ha presentato ricorso anche la procura di Lione, nel ruolo requirente di pubblico ministero, distaccandosi dunque dal verdetto della magistratura giudicante. Si tratta della conferma della linea già espressa dalla procura nel 2016 (con l’archiviazione al termine dell’indagine preliminare) e confermata anche durante il processo, avviato non su iniziativa della procura, ma attraverso l’iter speciale della citazione diretta a giudizio a carico delle vittime. L’appello potrebbe tenersi entro fine anno. «È importante dire», ha spiegato monsignor Emmanuel Gobilliard, vescovo ausiliare di Lione e portavoce del porporato, «che quello delle dimissioni è l’atto di un pastore che riguarda la diocesi: pensa in coscienza di dimettersi per il bene della Chiesa di Lione».

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