lunedì 12 novembre 2012
​"Nessuno è così povero da non poter donare qualcosa"; sono le parole del Papa ieri all'Angelus. Il Pontefice ha ricordato anche la Giornata del Ringraziamento, ricordando la necessità di uno stile di vita radicato nella fede.
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C'è una "unità inscindibile tra fede e carità", come pure "tra l'amore di Dio e l'amore del prossimo". In altre parole, "la nostra libera adesione di fede" si esprime appunto "nell'amore per Dio e per il prossimo", al quale "nessuno è così povero da non poter donare qualcosa". Sono gli insegnamenti che, ieri all'Angelus, Benedetto XVI ha tratto dalle letture bibliche, ricordando così che l'essere cristiani non implica solo la fede in Dio ma anche l'aiuto concreto agli altri.Il Papa, rivolgendosi ai fedeli riuniti sotto la pioggia in Piazza San Pietro, ha parlato dei brani biblici in cui due vedove, quindi persone all'epoca in una condizione di "grave bisogno", compiono gesti di carità, e ne ha ricavato "un prezioso insegnamento sulla fede". "Nessuno è così povero da non poter donare qualcosa", ha sottolineato il Pontefice. E proprio le due povere vedove, che donano il poco che hanno, "attestano l'unità inscindibile tra fede e carità", essendo inseparabili "l'amore di Dio e l'amore del prossimo". Al termine dell'Angelus Benedetto XVI ha ricordato che ieri si celebrava in Italia la "Giornata del ringraziamento". "Nel contesto dell'Anno della fede, il tema della Giornata - 'Confida nel Signore e fa' il bene: abiterai la terrà (Sal 37,3) - richiama la necessità di uno stile di vita radicato nella fede, per riconoscere con animo grato la mano creatrice e provvidente di Dio che nutre i suoi figli", ha detto il Papa, rivolgendo poi "un saluto e un augurio a tutti gli agricoltori".
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