martedì 8 ottobre 2013
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È nella «totalità» di una pastorale matrimoniale che papa Francesco vede la necessità di affrontare la questione divorziati-risposati. Il Pontefice aveva già toccato l'argomento rispondendo alla domande dei giornalisti sull'aereo che lo riportava a Roma di ritorno dalla Gmg di Rio de Janeiro, lo scorso 29 luglio. «È un tema che torna sempre - aveva detto il Papa rimandando alla riunione collegiale dei cardinali consultori in corso in questi giorni in Vaticano -.  Credo che questo sia il tempo della misericordia, questo cambio d’epoca in cui ci sono tanti problemi anche nella Chiesa, anche per le testimonianze non buone di alcuni preti. Il clericalismo ha lasciato tanti feriti e bisogna andare a curare questi feriti con la misericordia».Una posizione ribadita nell'intervista rilasciata alla Civiltà Cattolica: «Io vedo con chiarezza che la cosa di cui la Chiesa ha più bisogno oggi è la capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità. Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. È inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti! Si devono curare le sue ferite. Poi potremo parlare di tutto il resto. Curare le ferite, curare le ferite… E bisogna cominciare dal basso». Una dichiarazione di poco successiva a quelle del Papa è quella del cardinale Angelo Bagnasco, che nella Lettera pastorale Scrivo a te famiglia, datata 29 agosto e pubblicata il 25 settembre, scrive «Ci sono anche ferite gravi e situazioni dolorose in cui si trovano non pochi fedeli che, dopo aver celebrato il matrimonio, hanno divorziato e contratto nuove nozze. La Chiesa è Maestra e Madre: è vicina con cuore di misericordia nella verità del Vangelo e nella fiducia. Essa - ribadisce il presidente della Conferenza episcopale italiana - non esclude nessuno dal suo seno».

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