martedì 25 aprile 2017
Le misure di sicurezza previste per il viaggio del 28 e 29 aprile saranno quelle consuete. «Pace» la parola guida della visita
Venerdì e sabato Francesco in Egitto: niente auto blindata
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Nessuna preoccupazione per la sicurezza da parte vaticana per il viaggio papale di trentasei ore in Egitto. Manca ormai poco alla partenza che vedrà il Papa atterrare a Il Cairo il prossimo venerdì 28 aprile. «Noi non siamo preoccupati, gli egiziani vogliono che le cose vadano bene» ha sottolineato il direttore della Sala Stampa vaticana Greg Burke rispondendo alle domande dei giornalisti. A margine del briefing per la presentazione del programma della visita, Burke ha ribadito che le misure di sicurezza previste e predisposte al Cairo, sono e saranno identiche a quelle degli altri viaggi compiuti in altri Paesi.

Anche il personale vaticano addetto non sarà superiore rispetto a quello di altre uscite internazionali. Negli spostamenti previsti a Il Cairo papa Francesco ha scelto di spostarsi sempre con un’automobile non blindata. «Nel mondo nel quale viviamo la sicurezza è ormai un elemento che fa parte della vita quotidiana» ma «si avanti con serenità » ha sottolineato ancora il direttore della Sala Stampa vaticana, ricordando come subito dopo il doppio attentato ai copti nella Domenica delle Palme, il Papa abbia fatto sapere che non avrebbe cambiato programma in segno di vicinanza alle comunità colpite dalla violenza. A invitare il Papa, del resto, già da molto tempo prima sono stati il Papa copto Tawadros II, il presidente al-Sisi, il grande imam di Al-Azhar, Muhammad Ahmad al-Tayyib, e i vescovi cattolici. È 'pace' la parola guida del diciottesimo viaggio internazionale di papa Francesco. Per il quale tre sono i motivi di fondo: pastorale, ecumenico ed interreligioso. In linea con gli incontri previsti sia con la comunità cattolica locale e quella ortodossa, sia con il mondo islamico nella partecipazione alla conferenza di pace organizzata dall’imam al Tayyeb.

All’aeroporto del Cairo il volo atterrerà attorno alle 14 di venerdì 28 e, dopo una breve cerimonia di accoglienza si trasferirà al palazzo presidenziale per la visita di cortesia al capo dello Stato Al-Sisi. Subito dopo raggiungerà la residenza del grande Imam e, dopo un incontro privato, si recherà con lui ad Al-Azhar per partecipare alla conferenza internazionale sulla pace, dove è prevista anche la presenza del patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo. Dopo l’intervento di al-Tayyib, il Papa pronuncerà quindi il suo discorso in italiano con traduzione simultanea. A seguire l’incontro con le personalità della politica, dell’economia e della cultura. Si aprirà, a questo punto, la pagina ecumenica. E ancora una volta sarà la memoria di quanti sono stati uccisi nella stessa fede a segnare l’abbraccio fra i cristiani.

L’incontro con il Papa copto ortodosso Tawadros II nel patriarcato sarà seguito dalla visita alla vicina chiesa di San Pietro, la Cattedrale copta che è stata lo scorso dicembre il tragico scenario di un attentato nel quale sono morte venticinque persone. Qui i leader delle diverse Chiese cristiane deporranno fiori, accenderanno candele e pregheranno insieme. La giornata di papa Francesco si concluderà in nunziatura, dove sarà accolto da un gruppo di bambini della scuola comboniana del Cairo. Dopo cena, saluterà anche trecento giovani che in questi giorni stanno raggiungendo in pellegrinaggio la capitale egiziana. Il giorno di sabato è dedicato alla comunità cattolica composta da copti, armeni e maroniti. La Messa sarà celebrata nello stadio della aeronautica militare. Il Papa pranzerà con i 15 vescovi dell’Assemblea della gerarchia cattolica guidata dal patriarca Ibrahim Isaac Sidrak. Infine l’incontro di oltre mille tra sacerdoti, religiosi e religiose, seminaristi, ai quali rivolge il suo quinto e ultimo discorso. Non si sa se Francesco menzionerà con Al-Sisi, l’omicidio dello studente italiano Giulio Regeni, impegnato a studiare il movimento sindacale che si oppone al regime. Su questo Burke ha puntualizzato che «si tratta di una questione tra due Stati», Italia ed Egitto, e che «il Papa è consapevole del caso » e che «in situazioni simili» la Santa Sede «quando può viene incontro alle richieste per motivi umanitari, ma lavora in con la massima discrezione per il rispetto di tutte le parti: questo è successo tante volte, in modo tranquillo ed efficace».

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