giovedì 3 ottobre 2013
Domani la visita di Francesco. ​Il presidente della Conferenza episcopale della Regione, Bassetti: lo stile del dialogo, patrimonio di tutta l'Umbria.
Un pranzo da Papa con i poveri | Il video (Paolo Viana) | IL PROGRAMMA​
LA CURIOSITA' Webcam sulla cripta e preghiere via mail 
NAPOLITANO "Abbiamo bisogno dello spirito di Assisi": un articolo per "La rivista San Francesco" 
IL COMUNICATO CEI
L'invito a farsi pellegrini nella preghiera
L'EDITORIALE Le tante strade per la città-cammino​ di Marco Tarquinio (Da "Luoghi dell'Infinito" in edicola)
COMMENTA E CONDIVIDI
Dalle finestre dell’episcopio di Perugia lo sguardo abbraccia gran parte del capoluogo umbro. Ed è come se da lì l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Gualtiero Bassetti, fosse una sentinella sulle attese, i disagi e le speranze della gente umbra. Proprio quelle che domani presenterà a papa Francesco durante la Messa ad Assisi. «Come cristiani siamo chiamati non soltanto a entrare in dialogo con il mondo – spiega l’arcivescovo – ma a scegliere il dialogo come lo stile dell’annuncio. Francesco d’Assisi è stato il santo dell’incontro. Ed essere contemporanei, ossia far sì che la Chiesa si confronti con il nostro tempo, significa non sostituirsi a Cristo e al Vangelo, ma farli risplendere nella loro freschezza. Di tutto ciò c’è bisogno. E a questo ci esorta il Papa».Nel suo studio Bassetti sta ultimando il saluto a Bergoglio. Perché, da presidente della Conferenza episcopale umbra, sarà lui a dare il benvenuto al successore di Pietro. E la ragione è legata anche a una coincidenza: quest’anno l’Umbria offrirà l’olio per la lampada che risplende davanti alla tomba del patrono d’Italia. «Papa Francesco – sottolinea l’arcivescovo – viene in mezzo a noi per indicarci con maggiore vitalità e vigore la via da seguire come popolo di Dio. L’Umbria è terra che ha visto fiorire uomini e donne che sono stati autentici modelli di santità. Il Papa, giungendo ad Assisi, ci chiederà di valorizzare questo enorme patrimonio di testimonianza cristiana». Un tesoro spirituale che deve tradursi in vita quotidiana e farsi bussola per la Penisola, sostiene Bassetti. «Credo che la santità richiami la carità e non possa farne a meno. Stupende le parole pronunciate in un discorso ai padri conciliari da Paolo VI, Pontefice più volte citato da papa Francesco: "Dobbiamo aspirare alla Chiesa della carità, se vogliamo che essa abbia la capacità di rinnovarsi seriamente e trasformare il mondo intero". Ecco la fede, vissuta in modo serio, è forza che ci trasforma nell’intimo».La regione ha dato i nomi agli ultimi due Papi. Come a dire che l’Umbria coltiva un legame speciale con la Sede apostolica. «È vero, gli ultimi due Pontefici rimandano ai santi umbri più famosi al mondo, Benedetto e Francesco, che sono considerati le colonne della cristianità occidentale. La fusione benedettina fra la vita attiva e la contemplazione del mistero di Dio ha indicato un punto di non ritorno; e l’amore di Francesco per "madonna povertà" ha seguito sempre un puro filone evangelico, senza mai travalicare. Se ancor oggi le Chiese umbre dimostrano un attaccamento tutto particolare al Papa, esso è frutto di una storia plurisecolare».Semplicità, misericordia, attenzione agli ultimi, vicinanza a tutti, accoglienza sono dimensioni care a papa Francesco. «E direi che sono cardini della spiritualità francescana. Per questo le nostre parrocchie, ora più che mai, sono delle periferie che, pur senza snaturarsi o perdere la propria identità, possono ritrovare il centro nell’incontro, nell’ascolto, nel fare strada con gli uomini di oggi». Soprattutto quando la strada è segnata dalle difficoltà. «Penso al problema del lavoro – afferma Bassetti –. Qui sono in ginocchio le piccole e medie imprese, ma anche i grandi poli produttivi. Tutto ciò si ripercuote sulle famiglie e sui giovani. Chi manca di un impiego è una persona senza prospettive e senza speranza. Poi vorrei ricordare il consumo sempre più diffuso di stupefacenti che seminano tragedie e annientano l’immenso dono della vita». L’arcivescovo corre con la mente all’incontro fra il Papa e i giovani di fronte alla Basilica di Santa Maria degli Angeli. «Lì ci saranno più di diecimila ragazzi. Ma altrettanti sono quelli che sperimentano l’insoddisfazione, la stanchezza, il bisogno. A loro deve andare la nostra attenzione come Chiesa. Dobbiamo avvicinarli e non aspettarli. E persuaderli che non sono soli: c’è chi si fida di loro».Domani, assieme al Papa, sarà un po’ tutta l’Italia, toccata dallo smarrimento e dalla delusione, ad affidarsi al santo di Assisi. «Le crisi – conclude Bassetti – sono sempre un bivio che richiedono decisioni, scelte, cambiamenti anche coraggiosi. In questi momenti è opportuno tornare ai valori fondanti di una società. E da Assisi può venire lo slancio verso un rinnovamento serio nella vita del Paese».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: