martedì 6 febbraio 2018
La Congregazione delle cause dei santi ha dato all’unanimità giudizio positivo alla guarigione attribuita all’intercessione del beato papa Montini e scientificamente non spiegabile
Un'immagine di Paolo VI esposta in piazza San Pietro in occasione della sua beatificazione, il 19 ottobre 2014 (Siciliani)

Un'immagine di Paolo VI esposta in piazza San Pietro in occasione della sua beatificazione, il 19 ottobre 2014 (Siciliani)

COMMENTA E CONDIVIDI

Paolo Vi compie un altro passo verso la canonizzazione. Quello decisivo. Oggi infatti la riunione ordinaria dei membri della Congregazione delle cause dei santi ha dato all’unanimità il via libera al miracolo attribuito all’intercessione del beato papa Montini. E quindi la strada verso la proclamazione della santità - probabilmente nel corso del prossimo Sinodo dei vescovi di ottobre - appare in discesa. Ad annunciarlo, è stato il sito Vatican Insider, ma la notizia trova riscontro anche presso ambienti vaticani, nel silenzio per il momento delle fonti ufficiali.

Il miracolo riguarda la guarigione inspiegabile dal punto di vista della scienza di una bambina al quinto mese di gravidanza, che secondo i medici avrebbe avuto scarse o addirittura nulle possibilità di nascere a causa di una grave complicanza della gestazione, pericolosa anche per la salute della madre. In linguaggio tecnico si parla della guarigione di un feto in età prenatale da rottura prematura pre-termine delle membrane alla tredicesima settimana, complicata da anidramnios.

L’anidramnios è in pratica la mancanza di liquido amniotico che circonda il feto. La condizione può causare una serie di gravi conseguenze, come il non adeguato sviluppo dei polmoni, che causerà dunque la mancanza di respiro alla nascita, oppure malformazioni alla testa e ai piedi. Il feto, una bambina come si è già detto, era dunque gravemente compromesso. E infatti la prognosi dei medici era infausta.

La madre, S. M., fu convinta da un’amica che era in contatto con un dottore devoto di Paolo VI, a recarsi a Brescia per invocare l’intercessione del Pontefice morto a Castel Gandolfo il 6 agosto 1978 e da poco proclamato beato (si era allora nel 2014 e papa Francesco aveva beatificato Giovanni Battista Montini la domenica 19 ottobre, al termine del Sinodo straordinario sulla famiglia). La signora si recò dunque nella diocesi natale di Paolo VI, pregando intensamente nel Santuario di Santa Maria delle Grazie. I successivi controlli medici attestarono la completa guarigione del feto. Oggi la piccola sta bene e ha tre anni.

I cardinali e vescovi della Congregazione per le Cause dei Santi hanno dunque constatato i due elementi richiesti: invocazione univoca del beato e guarigione scientificamente inspiegabile.

Non deve sfuggire tra l’altro che anche questo miracolo, come quello della beatificazione, riguarda la vita prenatale. Una sorta di messaggio "soprannaturale" per il Papa dell’Humane vitae (enciclica definita profetica da papa Francesco durante il volo di ritorno dalle Filippine, nel gennaio del 2015), di cui ricorre proprio quest’anno il cinquantennale. Due vite, gravemente compromesse da complicanze prenatali, salvate per l’intercessione del Pontefice che - con notevole sofferenza personale e scontando il fuoco di file di gravissime critiche, anche all’interno della Chiesa - dichiarò inscindibile all’interno della coppia l’intento unitivo da quello procreativo e dunque inammissibili gli anticoncezionali, difendendo così la vita e la famiglia.

Anche il miracolo della beatificazione, infatti, riguardava un feto che nel 2001, in California, si trovava in condizioni critiche per la rottura della vescica fetale, la presenza di liquido nell’addome e l’assenza di liquido nel sacco amniotico. Tanto che la diagnosi parlava di morte del piccolo nel grembo materno, o di gravissime malformazioni future, e aveva consigliato anche la possibilità di un’interruzione di gravidanza. La mamma non volle abortire e su consiglio di una suora italiana, che le donò un santino di Montini e un frammento dell’abito del Pontefice, si rivolse all’intercessione di papa Paolo VI.

Adesso la strada verso la canonizzazione prevede ancora alcuni passaggi. Sarà infatti il cardinale prefetto della Congregazione delle Cause dei santi, Angelo Amato, a sottoporre al Pontefice l’esito della votazione unanime della ordinaria. Verrà quindi preparato il decreto e infine toccherà a Francesco stabilire la data. Che come ipotizzava già a dicembre scorso La Voce del Popolo, settimanale della diocesi di Brescia, potrebbe essere durante il Sinodo dei giovani in programma a Roma dal 3 al 28 ottobre. Sinodo del quale proprio Paolo VI è stato l’inventore.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI