giovedì 14 agosto 2014
L'implorazione di Francesco: ​«Chiedo a tutti gli uomini di buona volontà di unirsi alle mie preghiere per i cristiani iracheni e per tutte le comunità perseguitate».
Quando il Papa parla di pace di Mimmo Muolo
Lettera della Cei: noi non possiamo tacere
La proposta di preghiera per parrocchie e comunità
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Il viaggio in Corea del Sud lo sta ribadendo con forza: nel cuore del Papa c’è un desiderio di pace e di giustizia talmente radicato e profondo da fargli chiedere senza sosta di mettere ripari a situazioni di intollerabile umiliazione della persona umana. A cominciare dal rispetto per la propria fede cristiana. È lo stesso desiderio che si legge negli occhi dei profughi cristiani e yazidi che a decine di migliaia hanno dovuto lasciare le loro città nella piana di Ninive, braccati dagli jihadisti dell’Isis, ai quali il pensiero e la parola del Santo Padre si sono rivolti con frequenza in questi giorni. Francesco anzitutto implora preghiere: «Chiedo a tutti gli uomini di buona volontà di unirsi alle mie preghiere per i cristiani iracheni e per tutte le comunità perseguitate»; «Signore, ti preghiamo di sostenere coloro che in Iraq sono privati di tutto»; «Le notizie che giungono dall’Iraq ci addolorano. Signore, insegnaci a vivere in solidarietà con i fratelli che soffrono». «Un appello a tutte le famiglie: al momento della preghiera, ricordatevi di quanti sono costretti ad abbandonare le loro case in Iraq». Nei brevi messaggi inviati in questi giorni via Twitter, e in numerosi altri interventi personali e della diplomazia vaticana il Papa, ha espresso l’urgenza di mobilitarsi in questo momento drammatico. La risposta della Chiesa italiana è nella giornata di preghiera che la Cei ha indetto per la solennità dell’Assunta, «segno concreto di partecipazione con quanti sono provati dalla dura repressione». Il viaggio del Papa in Corea – terra di martiri cristiani – e le parole nei suoi primi discorsi non fanno che rilanciare l’importanza di condividere un gesto spirituale di grande significato, apparentemente fragile, in realtà generatore di conseguenze che non possiamo valutare. Un gesto umile e forte al quale tanti i credenti – e tanti frequentatori di questo spazio informativo di Avvenire sul Web, come documentano la "bacheca" online e la pagina pubblicata sull’edizione domenicale del quotidiano – stanno aderendo con intelligenza consapevole e cuore vibrante.
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