sabato 30 aprile 2022
La beatificazione nel Duomo di Milano. Per Ciceri fu vocazione al ministero sacro; per Barelli fu vocazione all’apostolato laicale
La celebrazione nel Duomo di Milano, presieduta dal cardinale Marcello Semeraro prefetto della Congregazione delle cause dei santi

La celebrazione nel Duomo di Milano, presieduta dal cardinale Marcello Semeraro prefetto della Congregazione delle cause dei santi - Fotogramma

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Due storie di santità. Due storie molto diverse: una vissuta nella quotidianità del proprio ministero sacerdotale di prete dell’oratorio, l’altra pubblica e ricca di opere. Eppure entrambe destinate a diffondere «il profumo di Cristo» e segno che «nella loro vita Cristo è cresciuto».

Le parole del cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle cause dei santi sono risuonate questa mattina nel Duomo di Milano - gremito come non lo si vedeva da tempo - parlando di don Mario Ciceri e di Armida Barelli, che pochi minuti prima aveva proclamato beati con lo svelamento di rito delle immagini dei due nuovi beati collocate a destra (Armida Barelli) e a sinistra (don Mario Ciceri) del presbiterio, affollato da una trentina di vescovi, tra cui l’assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica Claudio Giuliodori, l’assistente ecclesiastico generale dell’Azione cattolica il vescovo Gualtiero Sigismondi e il segretario generale della Cei il vescovo Stefano Russo.

Alcune centinaia di sacerdoti e migliaia di fedeli hanno fatto da corona a questo evento atteso da tempo dalla Chiesa ambrosiana.

«In queste storie di santità: umili e nascoste come quella del beato Mario Ciceri oppure pubbliche e note come quella della beata Armida Barelli si manifesta sempre la forza dello Spirito, che il Risorto possiede senza misura» ha detto ancora nella sua omelia il cardinale Semeraro, ribadendo il concetto del «profumo di santità. La santità è questo: seguire la scia del profumo di Cristo. Per il beato Mario Ciceri fu la vocazione al ministero sacro; per Armida Barelli fu la vocazione all’apostolato laicale». E da oggi, 30 aprile, «ai tanti profumi già fragranti in questa Chiesa di Milano, si aggiunge quello dei due beati, la cui santità ora è ufficialmente riconosciuta perché da qui si diffonda nella Chiesa tutta e nel mondo intero».

Prima della conclusione della Messa l’arcivescovo di Milano Mario Delpini ha voluto rivolgere un ringraziamento al Papa e al cardinale Semeraro per queste due beatificazioni, cogliendo anche l’occasione per indicare ai ragazzi e alle ragazze di qualunque condizione sociale, culturale ed economica una via da seguire: diventare santi. «Le foto che ci fanno conoscere la beata Armida e i beato Ciceri forse di fanno pensare alle vecchie zie e al vecchio zio prete che sono tanto cari e insieme tanti improponibili e anacronistici – ha detto l’arcivescovo –. In realtà più si conoscono e più si scoprono vivi e imitabili». E poi ha rivelato di aver deciso di festeggiare il proprio onomastico non più il 19 gennaio « ricordando san Mario che è un lontano martire del terzo secolo», ma invece «il 14 giugno, memoria del beato Mario Ciceri, un santo prete ambrosiano». La memoria liturgica della beata Armida Barelli, cofondatrice dell’Università Cattolica e fondatrice della Gioventù femminile di Azione cattolica e dell’Istituto secolare delle Missionarie della Regalità, è stata fissata al 19 novembre.

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