domenica 8 marzo 2020
Nella Messa in diretta tv l’arcivescovo invita a leggere “in questo tempo di attività sospese e di incertezze” il “significato delle cose” di ogni giorno
La Messa del cardinal Delpini ad Agliate

La Messa del cardinal Delpini ad Agliate - Chiesadimilano.it

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Mettersi al passo di Dio, che vuole stare insieme a ciascuno di noi, senza fretta, specie quando sentiamo la sete della ricerca di senso in una situazione imprevista, indecifrabile, fonte di ansia interiore come quella del primo giorno di “zona rossa” anche per la metropoli che va proverbialmente di corsa.

Monsignor Mario Delpini coglie la domanda della gente di Milano, che lo segue in diretta tv grazie alla TgR lombarda mentre celebra la Messa domenicale nell’antica basilica dei Santi Pietro e Paolo di Agliate, in Brianza, dov’era atteso nella seconda domenica di Quaresima per la visita pastorale.

Da qui l’arcivescovo di Milano abbraccia l’intera diocesi ambrosiana in una celebrazione priva di popolo presente in chiesa ma di grande sostanza spirituale ed emotiva davanti allo schermo. E’ come se, nel ritrovarsi a pregare insieme ciascuno da casa propria con il pastore di tutti i milanesi, l’ascolto si facesse persino più profondo e partecipe.

E’ dunque una parola attesa quella che Delpini consegna nell’omelia in cui riflette sulla pagina del dialogo di Gesù con la samaritana al pozzo di Sicar, nato imprevedibilmente nel corso di un viaggio durante il quale Dio mostra di aver fretta non tanto di giungere a una sua meta ma piuttosto di incontrare la vita complicata di ognuno di noi per offrirci l’acqua viva che “zampilla per la vita eterna”: “Il suo modo di viaggiare è una rivelazione – spiega Delpini -: più che la meta gli interessa la gente”.

Come già domenica scorsa, l’arcivescovo invita a leggere nella difficile situazione un’occasione da cogliere: “In questo nostro tempo di vita rallentata, di attività sospese, di incertezze possiamo fermarci un po’ con Gesù e imparare il significato delle cose, la vocazione iscritta negli affetti, la verità di Dio”. Nella metafora del viaggio è facile trovare un legame con lo stile di questa terra: “I milanesi – riflette l’arcivescovo - viaggiano di fretta, il tempo è prezioso e non è mai abbastanza, sono impazienti. Hanno premura di arrivare a destinazione. C’è una battuta che dice: Chi va piano, non è di Milano...”. Proprio ora, proprio qui, al pozzo dal quale ciascuno si attende l’acqua per vivere, c’è forse l’incontro sorprendente con Dio che ci dice “ho tempo per voi, mi sta a cuore la vostra vita, c’è nella vostra storia una verità più profonda della cronaca e dei pregiudizi, c’è una verità che trasfigura la vita e dona libertà e gioia”.

Ecco allora, prosegue monsignor Delpini, che “anche questo tempo strano e complicato, questo rallentarsi di tutto, questo rarefarsi di attività e di incontri, questo viaggio che si è interrotto e che provoca danni enormi all’economia e all’immagine della nostra terra, forse può contenere una occasione propizia per un dialogo con Gesù che si ferma accanto a noi, se ci fermiamo un po’”.

Questo è “il tempo della prudenza”, aveva detto poco prima della Messa rispondendo all’inviata della TgR Donatella Negri, per imparare, “invece di lamentarsi dei limiti imposti, a chiederci cosa c’è di bello e di utile agli altri che possiamo imparare a fare proprio dentro questa situazione”. Nasce da qui la proposta, lanciata nell’omelia, per vivere la Quaresima in una situazione del tutto eccezionale ma nella quale c’è una voce che comunque chiama: “Se ci fermiamo un po’ a dialogare con Gesù, possiamo imparare meglio il significato delle cose: le cose di tutti i giorni, infatti, hanno una voce, possono dire qualche cosa”.

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