sabato 3 febbraio 2018
La presidente del Movimento dei Focolari: gioia e onore per la visita del Pontefice. E parla delle affinità tra papa Francesco e Chiara Lubich, la fondatrice
Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari (Siciliani)

Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari (Siciliani)

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Un laboratorio di convivenza. Una scuola di fraternità. Una semina che dà frutto. Per citare papa Francesco nel videomessaggio per il 50° di fondazione, «una testimonianza viva ed efficace di comunione». Dal 1964 Loppiano traduce in vita vissuta il carisma del Movimento dei Focolari, nel solco del comandamento dell’unità e dell’amore scambievole. Qui, sulle colline toscane, non lontano da Firenze, il Pontefice arriverà la mattina del 10 maggio prossimo. Proveniente da Nomadelfia, a unire idealmente due esperienze diverse di comunità, animate però dallo stesso desiderio, quello di edificare la civiltà del Vangelo.

«Quando con immensa gioia ho ricevuto la notizia – sottolinea Maria Voce presidente del Movimento dei Focolari – ho pensato al grande onore che è per il Movimento dei Focolari accogliere il Papa tra noi - e questo è già successo in altre occasioni - ma ora in particolare in una nostra cittadella, il che avviene per la prima volta. E mi sono resa conto che questo annuncio mi portava, da subito, a vivere con più intensità radicata nel Vangelo ed in particolare in ciò che nel Vangelo ci tocca più da vicino: l’amore e l’unità. L’ho comunicato immediatamente alle comunità del Movimento nel mondo ed ho visto dagli echi quanto questa gioia e questo impegno ad intensificare l’amore evangelico sono condivisi. Vorremmo prepararci in questo modo a quel momento, perché il Papa possa trovare quel "popolo del Vangelo" che era la passione di Chiara, Chiara Lubich, un popolo legato dall’amore scambievole».

Parlare di Loppiano, com’è ovvio, richiama direttamente la testimonianza di vita e di fede della fondatrice del Movimento, Chiara Lubich, di cui stiamo per celebrare il decennale della morte. Cosa rappresentava per lei?

Loppiano è la prima cittadella dei Focolari, sorta nel 1964. Già negli anni ’50 Chiara aveva più volte espresso l’idea di un luogo, una città, dove tutti gli abitanti vivessero il Vangelo. Immaginava questa città come qualunque altra, con case, scuole, lavori, abitata da persone di tutte le età e vocazioni; ma la pensava, per la vita evangelica dei suoi cittadini, una testimonianza di cosa potrebbe diventare il mondo se alla base della vita sociale ci fosse l’amore scambievole messo in pratica.

Dobbiamo dire che Chiara aveva una particolare predilezione per Loppiano! Parlo della tipica predilezione di una madre che non esclude nessuno. Seguiva personalmente il suo sviluppo, voleva conoscere ogni nuova costruzione, per molti anni è venuta regolarmente ad incontrare i suoi abitanti… Vedeva la cittadella come «potente mezzo di irradiazione», come ha voluto restasse definita negli statuti del Movimento, al servizio della Chiesa e della società civile. Avrebbe gioito delle parole di papa Francesco nel messaggio inviato a Loppiano in occasione del 50º della fondazione: «Loppiano è una realtà che vive al servizio della Chiesa e del mondo, per la quale ringraziare il Signore».

La visita a Loppiano sarà anche occasione per fare emergere i punti comuni tra il Pontefice stesso e Chiara Lubich. Francesco nel messaggio per l’apertura della causa di beatificazione sottolineò come la fondatrice del Movimento dei Focolari abbia «acceso per la Chiesa una nuova luce sul cammino verso l’unità». Quali secondo lei i punti comuni?

Prima di tutto la spinta a vivere e a testimoniare il Vangelo. A Chiara piaceva molto quella frase di Paolo VI, che dice: «L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni», e conosciamo il suo impegno quotidiano, nelle piccole e grandi cose, a vivere mettendo in atto la Parola. Per questo era così ascoltata e seguita. Le parole e i gesti di papa Francesco hanno suscitato fin dall’inizio del suo pontificato interesse e adesione. È oggi il leader morale più ascoltato e questo non si improvvisa, è certamente frutto di una vita personale intensa, vera, basata sul Vangelo. Poi l’attenzione ai segni dei tempi, alle periferie, ai dialoghi, che papa Francesco non si stanca di promuovere coinvolgendo se stesso in prima persona. Un’attenzione che ha caratterizzato anche la vita di Chiara e l’ha portata a suscitare realtà come l’Economia di comunione per risolvere il problema concreto della povertà; o ad incontrare ed a stabilire rapporti di profonda amicizia e di dialogo con persone delle varie Chiese cristiane, delle varie religioni, con chi non ha una fede religiosa, con esponenti delle più diverse aree culturali.

Penso anche alla sinodalità, che papa Francesco vede caratterizzante, in modo trasversale, la Chiesa del nostro tempo. Per Chiara niente di ciò che si faceva nel Movimento dei Focolari aveva valore se non era preceduto da quella che chiamava «la premessa di ogni altra regola» e che ha voluto iscrivere come motto all’inizio degli statuti: l’obbligo per ogni appartenente al Movimento dei Focolari di vivere ogni azione nell’amore scambievole «che rende possibile l’unità e porta la presenza di Gesù nella collettività». Un amore che ha la massima considerazione dell’altro, che implica la reciprocità, che è, per così dire, «un amore sinodale».

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