lunedì 7 ottobre 2013
Il coordinatore del gruppo voluto dal Papa traccia le linee dei cambiamenti allo studio: la collegialità, il Sinodo dei vescovi, l’azione della Curia. (Gianni Cardinale)
IL PROFILO Un gruppo di consiglieri per dare voce alla comunione
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«È stata una giornata intensissima di nuova evangelizzazione. Dal tenerissimo incontro con i bambini disabili del primo mattino, all’affascinante colloquio della serata con i quarantamila giovani accorsi con tanto entusiasmo da tutta l’Umbria». Il cardinale Oscar Andres Rodriguez Maradiaga sembra avere ancora davanti ai suoi occhi i fotogrammi della grande giornata di papa Francesco ad Assisi. Giornata che ha avuto il privilegio di seguire da vicinissimo come coordinatore del Consiglio dei cardinali che il Pontefice ha voluto vicino a sé nella sua visita nella città del Poverello. «Il filo d’oro della giornata è stata la preghiera. In ognuno dei numerosi appuntamenti c’è stato sempre un tempo speciale che il Papa ha voluto dedicare al colloquio intimo col Signore», sottolinea il porporato che vuole ricordare il richiamo di papa Francesco alle claustrali a vivere «una spiritualità che non è tra le nuvole, ma incarnata» perché c’è chi crede che «essere nella vita contemplativa significa fuggire dal mondo, mentre significa servire il mondo in un’altra dimensione più che mai necessaria».Incontriamo il porporato a Gubbio, dove ieri mattina ha presieduto l’Eucaristia nella storica Basilica di Sant’Ubaldo. Hanno concelebrato con lui il vescovo eugubino Mario Ceccobelli, l’emerito Pietro Bottaccioli e due confratelli salesiani del porporato, il vescovo Enrico dal Covolo, rettore della Lateranense, e don Manlio Sodi, presidente della Pontificia Accademia di Teologia. Alla fine del rito il cardinale Rodriguez Maradiaga ha accettato di rispondere alle domande di alcuni cronisti presenti. Domande ad ampio raggio, che sono partite però dalla prima riunione collegiale del Consiglio dei cardinali che si è svolta nei giorni scorsi alla presenza del Papa.«La prima cosa che ci ha chiesto il Santo Padre è di riflettere e proporre suggerimenti sul Sinodo dei vescovi, in modo che possa lavorare con maggiore continuità e anche in modo interattivo, via Internet ad esempio. Questo è interessante perché la sinodalità è uno dei punti che dopo il Concilio Vaticano II non è stato molto sviluppato».Il tema della pastorale familiare è stato affrontato?Questa volta non è stato possibile. È comunque una delle questioni che verranno studiate.Nel comunicato ufficiale dei lavori del Consiglio è stato confermato che si sta studiando l’ipotesi di istituire la figura di un moderator curiae.Si tratta di una idea sorta nelle riunioni di preconclave appunto per aiutare la Segreteria di Stato nello svolgere i suoi tanti compiti. Come questa figura potrà eventualmente essere definita è presto per dirlo.Recentemente è stata pubblicata una bella e importante intervista concessa da papa Francesco alla «Civiltà Cattolica»...Mi ha colpito che certi mezzi di comunicazione abbiano estrapolato alcuni brani dell’intervista alla Civiltà Cattolica, che invece va letta integralmente, altrimenti qualcuno può mal interpretare il pensiero del Papa e si rischia di far dire al Papa cose che non ha detto.Per quanto riguarda la riforma della Curia nel comunicato sui lavori sembra di capire che sarà un lavoro lungo…In effetti sembra chiaro che il nostro lavoro non sarà quello di emendare, di ritoccare la Pastor Bonus. C’è da fare un lavoro più profondo, che prenderà del tempo – non aspettatevi che si completi per l’anno futuro – anche perché vogliamo che, una volta che ci sia un progetto, su questo vengano ascoltate anche le voce di quelli che hanno esperienza in Curia.Ne frattempo c’è la possibilità di qualche accorpamento di dicastero?Nel preconclave c’erano voci in questo senso. Ma è ancora presto per poter dire quali accorpamenti ci potranno essere.In passato si era parlato anche di accorpare gli enti economico-finanziari vaticani…Sì, si era parlato di creare una specie di "ministero delle finanze" vaticano. Ma noi non siamo entrati ancora in questi temi. Al riguardo aspettiamo i risultati delle due commissioni referenti istituite dal Papa.E lo Ior?C’è chi pensa che sarebbe meglio trasformarlo in una banca etica. Però, ripeto, dobbiamo aspettare il risultato delle commissioni referenti, una delle quali ha per oggetto proprio lo Ior.C’è chi continua a evocare un altro Concilio ecumenico.Ho potuto personalmente sperimentare che tanti sacerdoti ancora non conoscono i testi del Concilio Vaticano II, per non parlare dei laici. Un Concilio per essere compreso deve essere conosciuto non in alcuni suoi testi ma <+corsivo>in toto<+tondo>. E questo manca ancora. Quindi credo che un Vaticano III, o come lo si voglia chiamare, è ancora molto lontano. C’è ancora un grande lavoro da fare per assimilare il Vaticano II.Cosa pensa della grande e coinvolgente giornata di digiuno per la pace in Siria proclamata dal Papa?È stato quasi un miracolo. Dopo quella preghiera non ci sono state le sanzioni prospettate dagli Usa con il conseguente attacco missilistico che avrebbe provocato una distruzione maggiore di quella già in corso. Credo che sia stato un momento importantissimo nella storia del papato. E tutto è successo dopo un gesto semplice come una giornata di digiuno e preghiera.Un problema serio che riguarda tutto il mondo è quello dell’immigrazione, della fuga da Paesi in guerra, oppressi…Intanto bisogna fermare i trafficanti di uomini che stanno dietro questo fenomeno dell’immigrazione irregolare e guadagnano sulla pelle dei disperati. E poi bisogna stimolare i governi locali ad avere una maggiore cura dei propri giovani a creare posti di lavoro. Ma soprattutto dobbiamo riesaminare questa globalizzazione che è stata solo economica, ha impoverito moltissimi che erano già poveri e ha comportato la creazione di monopoli internazionali che soffocano le economie locali, in modo speciale la classe media di molte nazioni, come il mio Honduras.
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