venerdì 5 febbraio 2021
L'arcidiocesi auspica che sia il 9 maggio, il giorno in cui nel 1993 Giovanni Paolo II pronunciò la celebre invettiva contro la mafia. Ma si attenderà che la pandemia rallenti il passo
Un'immagine del giudice Rosario Livatino, ucciso dalla mafia il 21 settembre del 1990 nei pressi di Agrigento

Un'immagine del giudice Rosario Livatino, ucciso dalla mafia il 21 settembre del 1990 nei pressi di Agrigento - Ansa

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L'Arcidiocesi di Agrigento auspica che sia il 9 maggio la data di beatificazione di Rosario Livatino, il giudice ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990 a 37 anni, e di cui è stato riconosciuto il martirio. La data ufficiale, però, non è stata ancora fissata.

L'auspicio dell’arcidiocesi di Agrigento, emerso oggi in una conferenza stampa nel capoluogo siciliano, è legato alla ricorrenza dell’anniversario della storica visita, il 9 maggio nel 1993, di Giovanni Paolo II alla Valle dei Templi con la celebre invettiva contro la mafia: «Nel nome di Cristo, mi rivolgo ai responsabili: convertitevi!. Un giorno verrà il giudizio di Dio!»…

Una ricorrenza dunque ricca di significati ma che ad oggi non può far dimenticare i rischi legati al Covid. L’andamento dei contagi non permette una programmazione sicura, tantomeno per una cerimonia a cui in molti vorrebbero partecipare. Il dovere della sicurezza e la prevenzione dei rischi legati alla pandemia impongono molta cautela. È bene dunque pazientare un po’ nel decidere la data, sperando che il coronavirus rallenti il passo e presto in tanti possano ringraziare insieme il Signore per il nuovo beato.

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