martedì 23 marzo 2021
La Congregazione pubblica l’identità e il computo dei responsabili di violenze su minori. 27 i preti abusatori
Un raduno di Legionari di Cristo

Un raduno di Legionari di Cristo - Archivio Siciliani

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La scelta della trasparenza fa nomi e cognomi. Affonda il bisturi per recidere le radici del male. Ribadisce e potenzia l’impegno nella prevenzione e sicurezza. Soprattutto, mette al centro le vittime di abusi e il loro diritto alla giustizia. Perché la richiesta di perdono è fondamentale, ma solo se si accompagna al pentimento e certifica un deciso cambio di rotta. Segnali, indicazioni, obiettivi che vogliono essere alla base del documento: “Fare verità, fare giustizia, sanare” diffuso ieri dalla Congregazione dei Legionari di Cristo.

Si tratta di una relazione che riprende il rapporto “Radiografia di otto decenni per sradicare gli abusi” che nel 2019 rese noti i risultati di un’indagine interna sui casi accertati sin dal 1941, e a cui nel 2020 hanno fatto seguito i documenti “Conversione e riparazione” e “Proteggere e guarire” sugli impegni e le norme adottate dai Legionari per garantire l’aiuto alle vittime e la prevenzione delle violenze. Ora la nuova pubblicazione riprende uno per uno i casi documentati, aggiungendo nomi e cognomi dei responsabili delle violenze. Una decisione, spiegano i superiori maggiori della Congregazione, che vuole andare «a beneficio delle persone abusate, delle Chiesa, della società e per la correzione» dei responsabili. Inoltre, aggiunge il dossier, indicare l’identità dei colpevoli permette alle vittime, note o meno, «un riconoscimento oggettivo dell’abuso che può facilitare il percorso di risanamento», «contribuisce al ristabilimento della giustizia e alla riparazione, quando la vittima, a suo tempo, non è stata accolta adeguatamente o addirittura diffamata», «incoraggia altre possibili vittime ad avvicinarsi e ricevere aiuto, se lo desiderano, superando più facilmente la difficoltà naturale di presentare denunce di questo genere».

Quanto ai numeri, il dato statistico aggiornato al 2020, indica in circa 170, soprattutto maschi tra gli 11 e i 16 anni, le vittime di abusi commessi da 27 sacerdoti. Cifra quest’ultima che corrisponde al 2% dei 1.380 ordinati presbiteri nella storia della Congregazione. Sullo sfondo, tristemente, il caso del fondatore padre Marcial Maciel Degollado, morto nel 2008 a 87 anni, che arrivò a esercitare violenza sui suoi stessi figli naturali. Lui, da solo, è stato riconosciuto responsabile di 60 abusi.

Circa l’Italia, la relazione non introduce novità rispetto a casi già noti e che hanno coinvolto, oltre allo stesso Maciel, il messicano Vladimir Reséndiz Gutiérrez. Contro quest’ultimo, prete dal 2006, la prima accusa fu presentata nel 2011 per fatti accaduti tra il 2006 e il 2008 nel Seminario minore di Gozzano, in provincia di Novara. Subito sospeso dal ministero, Reséndiz Gutiérrez è stato dimesso dallo stato clericale nell’aprile 2013 cessando in quel momento di essere un membro della Legione di Cristo. Complessivamente, sul fronte della giustizia civile, dei 27 sacerdoti riconosciuti colpevoli «tre sono morti senza andare in giudizio, due sono stati condannati» in sede penale. Gli altri, «fino a ora non hanno subito un processo per diversi motivi, dalle leggi vigenti nei diversi paesi alla scadenza della prescrizione».

Sul versante canonico invece «due sono morti senza giudizio, 16 sono stati sanzionati, 8 sono sotto processo, 1 ha ricevuto la dispensa dal ministero senza giudizio». Inoltre, aggiunge l’indagine, «è stato richiesto alla Santa Sede di togliere la prescrizione a 8 casi». Molte anche le misure adottate prima dell’ordinazione.

Dei 74 legionari che secondo la Relazione 1941-2019 sarebbero stati responsabili di abusi quando erano novizi o religiosi in formazione, 60 (81,8%) non sono arrivati alla consacrazione presbiterale mentre i nuovi studi condotti nel 2020 secondo i criteri di “Proteggere e guarire”, hanno portato a esiti diversi tra i14 arrivati al sacerdozio: in uno dei casi, in cui il prete è morto, la persona che aveva fatto la segnalazione, ha chiarito, dopo la pubblicazione della Relazione 1941-2019, che non si era trattato di un abuso sessuale; in tre vicende “sotto inchiesta”, i rispettivi consigli di revisione sono arrivati alla conclusione che si fosse davanti a una trasgressione dei limiti, ma non a violenze, tre sono ancora sotto indagine mentre gli altri sette hanno trovato conferma. Di questi ultimi, «uno è morto, due sono senza ministero sacerdotale pubblico, uno non è sotto la giurisdizione della Congregazione e tre hanno lasciato il sacerdozio. Due di questi sette hanno commesso abusi mentre erano preti».

In parallelo alla ricerca e alla condanna dei colpevoli si muove, naturalmente, il sostegno a chi ha subito violenze. A tal proposito è stata creata una collaborazione stabile con un ente indipendente: Eshmá fondato da vittime, da terapeuti, da assistenti sociali e giuristi. L’équipe offre un punto permanente di accoglienza e ascolto, uno spazio di accompagnamento terapeutico, un canale indipendente di denuncia, assistenza sociale e legale nonché dialoghi riparatori come vie per ottenere verità e giustizia. Il tutto mentre vengono forniti aiuti economici e cure. Guardano infatti alla prevenzione e alla tutela degli abusati le priorità indicate per il 2021 nella lotta contro questa piaga orrenda.

Dai cosiddetti “Ambienti sicuri” (su standard internazionali stabiliti dall’agenzia Praesidium) all’assistenza professionale, dai risarcimenti allo svelamento di eventuali coperture, l’obiettivo è zero casi. Perché anche solo una vittima è troppo. È una ferita disastrosa. È una tragedia per la Chiesa tutta. È una vergogna di cui rendere conto a Dio.

Chi sono

I Legionari di Cristo sono una delle quattro componenti di “Regnum Christi”. Assieme a consacrate, consacrati laici e membri laici costituiscono una Federazione i cui statuti sono entrati in vigore il 15 settembre 2019 concludendo un iter iniziato nel 2010 con la nomina fatta da Benedetto XVI di monsignor Velasio De Paolis (poi cardinale) a delegato pontificio con il compito di guidare i Legionari lungo un cammino di revisione e rinnovamento. Il mandato del porporato terminò nel febbraio 2014 con la chiusura del Capitolo generale straordinario che presentò le nuove costituzioni all’approvazione del Papa nominando Eduardo Robles-Gill direttore generale. Il 3 luglio 2014 il gesuita Gianfranco Ghirlanda fu nominato assistente pontificio per il governo della Legione con il compito principale di individuarne la configurazione canonica definitiva. L’attuale direttore generale dei Legionari di Cristo è lo statunitense padre John Connor.

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