martedì 2 giugno 2020
Parla Brendan Walsh, direttore del settimanale cattolico “The Tablet”: per il premier britannico non conta nulla il fatto che la fede religiosa sia una componente essenziale della vita di moltissimi
Una fedele in preghiera davanti alla Cattedrale di Westminster a Londra

Una fedele in preghiera davanti alla Cattedrale di Westminster a Londra - Ansa

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“Per il premier britannico Boris Johnson e per i suoi ministri non conta nulla il fatto che la fede religiosa sia una componente essenziale della vita di moltissimi cittadini britannici”. Con queste parole Brendan Walsh, direttore del settimanale cattolico inglese “The Tablet”, 12mila abbonamenti per la versione cartacea e 1.600 per quella digitale, commenta al Sir la decisione del governo britannico di mantenere chiuse le chiese cristiane e gli altri luoghi di culto anche per le preghiere individuali.

“Il governo aveva deciso che le chiese avrebbero riaperto nella terza fase di rimozione del lockdown, insieme a parrucchieri e a cinema, sabato 4 luglio. I vescovi cattolici, vedendo che centri di giardinaggio e saloni di esposizione delle auto sono già aperti e che a tutti gli altri negozi verrà dato il via libera lunedì 15 giugno, hanno chiesto che le chiese fossero riaperte almeno per le preghiere individuali”, spiega il direttore del Tablet.

“A questo scopo hanno presentato al governo un piano dettagliato per dimostrare che erano in grado di riaprire con tutte le misure sanitarie necessarie per prevenire la diffusione del Covid-19. Eppure il governo ha deciso di dire di no. Si deve concludere che non si prendono seriamente i bisogni delle comunità religiose”.

Secondo Brendan Walsh, “le chiese non contribuiscono direttamente all’economia britannica in modo significativo e, per questo motivo, vengono considerate come irrilevanti dal governo di Boris Johnson”.

“La priorità del governo britannico, in questo momento, è di riavviare l’economia anche se esistono rischi seri per la salute pubblica con la riapertura di negozi e aziende”. “Poiché le chiese non sono essenziali per le entrate dello Stato, il governo ha deciso di tenerle chiuse. Questo atteggiamento, che dimostra che non esiste alcuna attenzione nei confronti dei fedeli, a qualunque religione essi appartengano, ha contrariato i vescovi cattolici che, fino ad oggi, avevano condiviso la decisione del governo di mantenere chiusi i luoghi di culto”.

Per questo motivo, secondo Walsh, il primate cattolico cardinale Vincent Nichols ha chiesto l’apertura delle chiese parlando alla Bbc e anche durante la messa di Pentecoste, mentre l’arcivescovo di Southwark John Wilson ha scritto al premier britannico Boris Johnson per esprimere l’insoddisfazione dei vescovi. (Agenzia Sir)

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