mercoledì 15 agosto 2018
«Essere voce anche per quelli che hanno un’esperienza di famiglia molto diversa dalla nostra» sono le parole che hanno fatto molto discutere del vescovo della diocesi irlandese di Kildare e Leighlin
Irlanda, Chiesa e Stato «uniti» per la famiglia
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«L’Incontro mondiale delle famiglie non avrà sostanza se non ci darà l’opportunità di essere voce anche per quelli che hanno un’esperienza di famiglia molto diversa dalla nostra». Denis Nulty, vescovo della diocesi irlandese di Kildare e Leighlin, l’aveva detto nel messaggio del Natale 2017, suscitando grandi polemiche. Poi erano arrivate le accuse di compromessi con il governo, finanziamenti assicurati in cambio di aiuti pastorali alle coppie gay. Ma la questione non può essere posta in questi termini. Nulty presiede in Irlanda quello che potrebbe sembrare il nostro Ufficio nazionale di pastorale per la famiglia, ma in realtà si tratta di una struttura molto diversa, vista la complessità di tante realtà ecclesiali irlandesi, dove i confini tra compiti pubblici e obiettivi pastorali sono molto sfumati. È lo stesso presule a spiegarlo in modo preciso.



Monsignor Nulty, al centro dell’Incontro mondiale di Dublino ci sarà
Amoris laetitia. Come è stata accolta in Irlanda l’Esortazione postsinodale di papa Francesco?
Amoris laetitia è stata accolta molto bene in Irlanda. Ha rappresentato il nucleo per il programma preparatorio all’incontro mondiale delle famiglie 2018. Ad esempio, il programma «Amoris: parliamo di famiglia, siamo una famiglia» è stato presentato in molte delle 1.360 parrocchie in Irlanda. Abbiamo seguito un programma di preparazione di 18 mesi incentrato sulle parrocchie, sia a livello nazionale sia locale. In molte parrocchie numerose persone hanno partecipato nel programma «Amoris» e questa esperienza che ci convince che in ogni parrocchia esiste un nucleo di persone che hanno un forte desiderio di approfondire quelle vie in cui l’ideale di famiglia può continuare a essere buona novella per il mondo di oggi.

Ci sono oggi in Irlanda politiche familiari adeguate alla famiglia?
Lei mi chiede se le politiche attuali dello Stato sono adeguate e favorevoli alla famiglia? Oggi in Irlanda, come in vari Paesi, c’è una divisione economica tra quelli che hanno e quelli che non hanno. Questo in particolare è evidente nelle politiche sanitarie, educative ed abitative. Il governo parla di educazione gratis ma io direi che dobbiamo chiedere ai genitori se questo è vero. Gli ultimi budget hanno offerto assistenza economica per pagare le spese dell’asilo nido per i bambini dai 3 ai 5 anni, prima della scuola primaria. Questa decisione è considerata positivamente dalle coppie più giovani, quelle che lavorano nei primi anni della vita familiare. Mentre il governo attraverso il ministero dell’educazione ha investito in un programma di edilizia scolastica, ci sono molti bambini che sono ancora oggi educati in edifici sotto agli standard minimi. Detto questo, è anche vero che lo stesso ministero contribuisce enormemente alle sovvenzioni per le nostre scuole cattoliche.

Quindi si tratta di una scelta positiva?
Basta aver ascoltato le ultime notizie o aver seguito le decisioni delle due Camere del nostro Parlamento nazionale per comprendere l’importanza del tentativo di rendere la politica sociale più amica della famiglia. Penso alla recente legge riguardante la paternità che permette ai padri due settimane di permesso con un periodo continuativo in qualsiasi momento durante le 26 settimane che seguono la nascita o l’adozione.

La Chiesa ha accompagnato nel modo adeguato la difficile transizione della famiglia in questi ultimi decenni?
La Chiesa con il suo braccio pastorale ha offerto un enorme supporto alle famiglie negli ultimi decenni. La Chiesa è stata in prima linea nel supporto della vita familiare attraverso l’educazione e la sanità, grazie al ruolo avuto da numerose congregazioni religiose.

Oggi l’impegno educativo deve confrontarsi con i nuovi media. La Chiesa è pronta?
Smartphone e social media oggi giocano un ruolo sempre più grande nelle famiglie. Anche attorno al tavolo durante il pranzo, le famiglie devono fare uno sforzo speciale per mantenerlo libero da smartphone. Dubito molto che la Chiesa sia preparata bene ad affrontare le sfide della famiglia che sono conseguenze dall’accesso facile e universale alla tecnologia. Abbiamo molto da imparare sull’uso corretto dei media nell’evangelizzazione e nella comunicazione con le nuove generazioni. La tecnologia e il suo impatto sulla vita e la preghiera familiare saranno due temi importanti al congresso teologico-pastorale dell’Incontro mondiale. Sono davvero contento che nel congresso si vada ad approfondire il tema dell’impatto delle nuove tecnologie sulle famiglie.

Lei presiede l’agenzia “Accord” che si occupa di pastorale matrimoniale. È vero quello che si dice a proposito dei finanziamenti statali? E che ciò dovrete aiutare anche le coppie “gay” per non perdere i contributi?
Il servizio di cura del matrimonio cattolico “Accord” ha sostenuto i fidanzati e le famiglie dal 1962. Accord ha rimpiazzato il precedente servizio “Catholic Marriage Advisory Council” nel 1995. Io sono diventato presidente nel 2014. Come agenzia cattolica, il primo obiettivo di “Accord” è quello di promuovere e supportare il matrimonio sacramentale. Lo Stato, attraverso “Tusla” (l’agenzia del governo irlandese per l’infanzia e per la famiglia) sta sostenendo il lavoro di “Accord” da molti anni. Il nostro lavoro di educazione e di preparazione al matrimonio è completamente autofinanziato. Offriamo programmi di preparazione al Sacramento del matrimonio e l’intero corso che “Accord” offre attualmente sta conoscendo un processo di revisione alla luce di Amoris laetitia. Ci pare che questa revisione potrà essere una delle eredità dell’In- contro mondiale delle famiglie 2018.

Da dove nascono allora le polemiche sui finanziamenti?
La questione riguarda la sovvenzione che lo Stato Irlandese dà al servizio di consulenza offerto da “Accord”. Questa sovvenzione permette che il servizio di consulenza riguardante il matrimonio e la relazione sia disponibile in quelle zone dell’Irlanda dove non esiste nessun altro servizio privato di questo genere. Nel 2017 “Accord” ha fornito ben 26.946 sessioni di consulenza gratis. I consulenti di “Accord” accompagnano tutti coloro che si presentano a noi. E lo fanno con rispetto, compassione e sensibilità. Il servizio di consulenza di “Accord” è confidenziale ed evita il giudizio. Queste sono state le caratteristiche del nostro servizio fin dal primo momento.

Amoris laetitia ha
influito sullo stile di queste consulenze? Amoris laetitia ci ha chiesto di trovare nuovi modi di accompagnare le coppie in tutta la fragilità delle loro relazioni: si tratta di integrare tutti, si deve aiutare ciascuno a trovare il proprio modo di partecipare alla comunità ecclesiale, perché si senta oggetto di una misericordia «immeritata, incondizionata e gratuita » (Al 297). Chiunque contatti “Accord” per un supporto nella sua relazione, sa già che cos’è “Accord”, prima di contattarci. Da agenzia pastorale cattolica è esattamente quello che dovrebbe essere, cioè cattolica, e quindi accoglie tutti, sia che si condivida o meno il nostro stile di vita. Questo include chi appartiene ad altre tradizioni religiose e chi non crede. Come agenzia cattolica, noi crediamo che ogni persona sia fatta e creata a immagine di Dio. E abbiamo la responsabilità di aiutare queste persone a scoprire la loro vocazione nella vita.

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