venerdì 14 settembre 2012
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​È l’inizio di un cammino verso «una primavera cristiana del Medio Oriente». Una cammino di «rinnovamento della vita ecclesiale», nel segno del dialogo; un «risveglio» tanto più importante in questo momento, perché «ritengo che la Primavera araba, tanto desiderata e di cui tanto si parla, arriverà come frutto del contributo di una primavera cristiana». Alla vigilia dell’arrivo del Papa, il patriarca maronita Bechara Boutros Raï insiste sul valore della visita del Papa, che, afferma, «porterà un grande contributo sia con la sua presenza, sia con i suoi discorsi, sia anche tramite l’Esortazione apostolica». E, davanti ai media arrivati da tutto il Medio Oriente, annuncia che già nel prossimo mese di dicembre «si svolgerà qui in Libano un incontro di tre, quattro giorni di tutti i patriarchi e i vescovi della regione per studiare insieme l’applicazione dell’Esortazione apostolica», seguito da un altro incontro «a livello ecumenico». Ribadisce con forza, Raï, come l’esperienza libanese rafforzi «i valori del dialogo» tra le diverse comunità. Valori, osserva, che «dovrebbero essere parte nella primavera araba». «In Egitto, Siria, Iraq, Medio Oriente – ha detto il patriarca – non vediamo altra via che questa. Perché se davvero si vuole una democrazia, questa non si ottiene attraverso la violenza». Noi, ha aggiunto, «siamo per le riforme del mondo arabo. Non siamo con le dittature, non siamo con gli stati teocratici; siamo per la democrazia, ma non possiamo accettare il linguaggio della violenza». Se «guardiamo all’Iraq, vediamo che cosa è successo quando si è voluto portare la democrazia: siamo di fronte a una guerra civile, mentre un milione di cristiani hanno dovuto abbandonare il Paese, nel silenzio di tutto il mondo». Per tutto questo, la visita di Benedetto XVI sarà un momento importantissimo, perché «già la figura del Papa trasmette tranquillità e pace nel cuore», e poi «il suo messaggio caloroso, che porterà insieme con principi ed indicazioni di pace, sarà apprezzato tanto, tanto da tutti. Non solo dai cristiani, ma anche dai musulmani» che, assicura, «sono davvero entusiasti per questa visita». Quanto all’Esortazione apostolica, che porterà il titolo Comunione e testimonianza in essa «si parlerà dei problemi, delle sfide», e «porterà delle soluzioni, aprirà orizzonti di speranza». Sarà compito dei vescovi, aggiunge Raï, impostare sulla base del documento «una comune strategia di apostolato, che poi dovremo comunicare ai nostri fratelli musulmani» (i quali, assicura, «saranno i primi a voler acquistare l’Esortazione apostolica, perché sono molto interessati»), e incoraggiare i laici «a trasferirla nell’economia, nella presenza sociale, nella politica».
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