venerdì 7 dicembre 2012
​Le associazioni: preoccupati per le gravi conseguenze del decreto. Nei nostri istituti oltre un milione di studenti: che ne sarà di loro?
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​«Preoccupati», ma decisi a «proseguire nell’impegno educativo». Il mondo della scuola cattolica paritaria torna a far sentire la propria voce contro l’introduzione dell’imposta sugli immobili (Imu) che è destinata a colpire anche gli edifici che ospitano istituti scolastici paritari mettendone a rischio l’esistenza. E questa volta lo fa in modo unitario, al termine di una riunione svoltasi presso la sede della Conferenza episcopale italiana, con un comunicato ufficiale emesso dall’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Cei, guidato da monsignor Maurizio Viviani. I presidenti di associazioni e federazioni impegnate nella scuola paritaria cattolica, scrivono i firmatari nel comunicato, «hanno condiviso la preoccupazione per talune gravi conseguenze che comporta il decreto sull’Imu per le scuole cattoliche, che versano già in difficili condizioni gestionali ed economiche». Ma «pur nelle gravità della situazione, i presidenti, assieme a quanti da loro sono rappresentati, confermano la volontà di proseguire nell’impegno a favore del servizio pubblico dell’istruzione (statale e paritaria), consapevoli dell’importanza dell’opera educativa svolta dalle scuole cattoliche». Dunque una dimostrazione di responsabilità, anche perché ai firmatari del comunicato è ben chiaro che «se tale servizio dovesse venire meno, ciò comporterebbe gravi danni per il milione di studenti che le frequentano e per le loro famiglie, nonché per le decine di migliaia di dipendenti attualmente impiegati».A sottoscrivere l’ennesimo appello perché il governo ritorni sui propri sull’estensione dell’Imu anche al mondo del non profit e della scuola paritaria, sono stati i rappresentanti dell’Associazione genitori scuole cattoliche (Agesc), dell’Associazione gestori istituti dipendenti dall’autorità ecclesiastica (Agidae), della Compagnia delle Opere, della Federazione istituti di attività educative (Fidae), della Federazione italiana scuola materna (Fism), l’Associazione nazionale degli enti di formazione professionale (Forma) e del Movimento studenti cattolici (Msc).A far sentire la propria voce è anche l’Associazione italiana maestri cattolici (Aimc), associazione professionale di docenti cattolici della scuola primaria statale e paritaria. L’Aimc, in un comunicato ufficiale, considera «fortemente penalizzante per l’intero sistema scolastico pubblico l’imposizione dell’Imu alle scuole gestite da enti non profit», che «non può che avere ripercussioni negative sugli alunni, ragione d’essere di ciascuna e di tutte le scuole appartenenti al sistema scolastico pubblico, così come delineato dalla legge 62/2000», che ha istituito l’unico sistema scolastico nazionale con scuole statali e non statali paritarie. Insomma un invito al governo a «non seguire una cieca e semplificatoria "logica", dettata da esigenze di cassa legate all’immediato», ma a «cercare soluzioni forse più complesse, ma di minore impatto sociale».
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