mercoledì 13 settembre 2017
L'incontro a Casa Santa Marta dopo l’udienza generale. Bergoglio gli bacia le mani. Resterà alcuni giorni a Roma per accertamenti medici
Papa Fancesco benedice Thomas Uzhunnalil, il salesiano che era stato rapito in Yemen (Ansa)

Papa Fancesco benedice Thomas Uzhunnalil, il salesiano che era stato rapito in Yemen (Ansa)

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Si è chinato a terra per baciare i piedi del Papa, che lo ha subito aiutato a rialzarsi e gli ha baciato le mani. È in sintesi il gesto più significativo dell’incontro avvenuto questa mattina a Casa Santa Marta, dopo l’udienza generale tra il salesiano Thomas Uzhunnalil, il sacerdote indiano rapito ad Aden in Yemen il 4 marzo 2016 e papa Bergoglio. Francesco lo ha abbracciato e incoraggiato, assicurandogli che continuerà a pregare per lui così come ha fatto durante la sua prigionia. E, visibilmente commosso, lo ha benedetto.

Da parte sua don Tom, come è familiarmente chiamato, ha ringraziato il Pontefice confidandogli di aver «pregato ogni giorno per lui, offrendo le sue sofferenze proprio per la sua missione e per il bene della Chiesa». Parole che hanno toccato il Papa. Il religioso, rapito il 4 marzo 2016 ad Aden nell'attacco terroristico a una casa per anziani delle Missionarie della carità, ha anche confidato – a pochi giorni dalla sua liberazione - «di non aver potuto celebrare l'Eucaristia».

Ma «ogni giorno - ha raccontato all'Osservatore Romano - ripetevo dentro di me, nel mio cuore, tutte le parole della celebrazione». Don Tom ha assicurato che ora continuerà «a pregare per tutti coloro che gli sono stati accanto spiritualmente». Con un ricordo del tutto particolare per le quattro suore e le dodici persone assassinate al momento del suo rapimento nel marzo del 2016. Ad accompagnare il salesiano nella residenza di papa Francesco è stato l’arcivescovo di Bombay, il cardinale Oswald Garcias.

Il religioso prima di far ritorno in Kerala resterà per qualche giorno a Roma, dove è giunto martedì sera all’aeroporto di Ciampino, per alcuni accertamenti medici. Sarà accolto dalla comunità salesiana guidata dal rettor maggiore Ángel Fernández Artime che ha pubblicato una lettera di ringraziamento per tutti coloro che si sono attivati per garantire la liberazione del confratello, appartenente all’Ispettoria Salesiana di Bangalore.


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