domenica 25 ottobre 2020
La riflessione di papa Francesco sul vangelo della Domenica e sul precetto dell'amore. L'appello: cessino gli scontri in Nigeria tra forze dell'ordine e gruppi di giovani
Papa Francesco all'Angelus

Papa Francesco all'Angelus - ANSA/CLAUDIO PERI

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Durante l'Angelus di domenica 25 ottobre, papa Francesco ha riletto il dialogo tra Gesù e il dottore della legge al centro del Vangelo odierno. Gesù, spiega il papa, «supera il trabocchetto» che gli pone l'interlocutore, ovvero portarlo dentro la disputa sulla «gerarchia delle prescrizioni».

Gesù, prosegue il papa, unisce i due grandi precetti che Dio ha dato al suo popolo tramite Mosè: amare Dio e amare il prossimo. E spiega: da un lato «la vita morale non può ridursi a una obbedienza ansiosa e forzata», dall'altro la carità fraterna deve essere fatta di gesti concreti, fattivi, non teorici. «Ci annoiamo ad ascoltare, non ci annoiamo mai di parlare», è il monito di papa Francesco circa il precetto dell'amore verso il prossimo.

Tornando al rapporto con Dio, che è in relazione costante con il rapporto con il prossimo, Francesco invita a valorizzare di più la «preghiera di adorazione», che «spesso trascuriamo» ma è «il nocciolo della preghiera».

Dopo la preghiera dell'Angelus e la benedizione, il papa ha voluto rivolgere un pensiero alla Nigeria: «Seguo con particolare preoccupazione le notizie che giungono dalla Nigeria, circa gli scontri violenti avvenuti di recente tra le Forze dell’ordine e alcuni giovani manifestanti. Preghiamo il Signore affinché si eviti sempre ogni forma di violenza, nella costante ricerca dell’armonia sociale attraverso la promozione della giustizia e del bene comune».

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