giovedì 5 settembre 2013

​Messaggio per chiedere che il G20 si adoperi per evitare il "rischio di nuove sofferenze" che si profila per la popolazione siriana, già provata dal "massacro a cui stiamo assistendo" (IL TESTO). Il briefing con gli ambasciatori alla Santa Sede: un piano in tre punti per la pace.

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Papa Francesco ha scritto a Putin un messaggio per chiedere che il G20 si adoperi per evitare il "rischio di nuove sofferenze" che si profila per la popolazione siriana, già provata dal "massacro a cui stiamo assistendo". "A tutti - sono le parole di Bergoglio - rivolgo un sentito appello". Per il Papa cercare una soluzione negoziale "è dovere morale di tutti i governi del mondo". "Il Papa - ha spiegato il portavoce, padre Federico Lombardi - è evidentemente contrario a qualunque intervento militare".I leader degli Stati del G20 - invoca Francesco nella lettera al leader russo Vladimir Putin, presidente di turno del vertice - non rimangano inerti di fronte ai drammi che vive già da troppo tempo la cara popolazione siriana e che rischiano di portare nuove sofferenze ad una regione tanto provata e bisognosa di pace". "A tutti loro, e a ciascuno di loro, rivolgo - afferma il Pontefice - un sentito appello perché aiutino a trovare vie per superare le diverse contrapposizioni e abbandonino ogni vana pretesa di una soluzione militare".Il Pontefice chiede che "ci sia, piuttosto, un nuovo impegno a perseguire, con coraggio e determinazione, una soluzione pacifica attraverso il dialogo e il negoziato tra le parti interessate con il sostegno concorde della comunità internazionale". "Inoltre - sottolinea Papa Bergoglio - è un dovere morale di tutti i Governi del mondo favorire ogni iniziativa volta a promuovere l'assistenza umanitaria a coloro che soffrono a causa del conflitto dentro e fuori dal Paese".Questa mattina sono stati 71 gli ambasciatori che hanno aderito all'invito della Segreteria di Stato per il briefing sulle iniziative di Papa Francesco a favore della pace in Siria. Lo ha reso noto il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi. Nel briefing ha preso la parola il responsabile vaticano per i rapporti con gli Stati, monsignor Dominique Mamberti, che ha espresso "orrore e preoccupazione per le conseguenze delpossibile impiego di armi chimiche" e ha ricordato "le tante vittime innocenti degli attacchi del 21 agosto scorso". "Davanti a fatti simili - ha spiegato - non si può tacere, e la Santa Sede auspica che le istituzioni competenti facciano chiarezza e che i responsabili rendano conto alla giustizia". "Tali deplorevoli atti - ha sottolineato il presule - hanno suscitato le note reazioni anche in ambito internazionale. E il Santo Padre da parte sua ha fatto presente con gravità e fermezza che 'c'è un giudizio di Dio e anche un giudizio della storia sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire' , ribadendo che non è mai l'uso della violenza che porta alla pace, anzi che la violenza chiama violenza". "L'accorato appello del Papa -ha spiegato Mamberti - si fa interprete del desiderio di pace che sale da ogni parte della terra, dal cuore di ogni uomo di buona volontà". "Nella concreta situazione storica segnata da violenze e guerre in molti luoghi, la voce del Papa - dunque - si leva in un momento particolarmente grave e delicato del lungo conflitto siriano,che ha visto già troppa sofferenza, devastazione e dolore".Monsignor Mamberti ha citato anche il nunzio Apostolico a Damasco, monsignor. Mario Zenari, rilevando come abbia "ribadito a più riprese la posizione della Santa Sede e rimanendo sul posto manifesta la sollecitudine e la vicinanza del Santo Padre alla cara popolazione siriana". La Santa Sede ha messo a punto tre piani per per la pace e il futuro della Siria; illustrati agli ambasciatoriaccreditati presso la Santa Sede: dialogo, unità del Paese assicurando la sua integrità territoriale,rispetto dei diritti umani e delle libertà religiose. 
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