venerdì 6 aprile 2012
COMMENTA E CONDIVIDI
​Il titolo è inequivocabile e suona come una sfida: Aufruf zum Ungehorsam, cioè Appello alla disobbedienza. A lanciarlo, il 19 giugno 2011, è stata la Pfarrer-Initiative. Iniziativa dei parroci, il movimento nato in Austria nel 2006 per chiedere cambiamenti radicali nella Chiesa. Ma il documento dello scorso giugno non si limita ad avanzare delle richieste, bensì invita esplicitamente a disobbedire. Anzi, come ha notato Benedetto XVI nella sua accorata omelia di ieri, «porta anche esempi concreti di come possa esprimersi questa disobbedienza, che dovrebbe ignorare addirittura decisioni definitive del Magistero». Atti precisi, descritti in modo dettagliato nel documento dei preti ribelli, i quali preannunciano che «non rifiuteranno l’amministrazione della comunione a cristiani di buona volontà, quand’anche fossero divorziati risposati», che non saranno più disponibili a coprire le parrocchie senza prete e quindi «permetteranno ai fedeli stessi di celebrare le messe»,  e che «si approfitterà di ogni occasione per promuovere pubblicamente l’ordinazione sacerdotale delle donne oltre che degli uomini sposati».Si dirà: roba vecchia, già propagandata dal movimento «Noi siamo Chiesa». Con la differenza che adesso viene fatta propria, e attuata, da non pochi sacerdoti. In Austria «L’appello alla disobbedienza» è stato sottoscritto da oltre 300 preti e da 65 diaconi, circa il 10 % del clero locale. A capo del movimento di contestazione c’è monsignor Helmut Schüller, già vicario generale dell’arcivescovo di Vienna, cardinale Christoph Schönborn, ed oggi parroco a Probstdorf, nella periferia della capitale. 59 anni, assiduo frequentatore dei talk-show in tv, Schüller ha «esportato» la sua iniziativa in Germania, Svizzera, Slovacchia ed ultimamente anche in Irlanda dove ha raccolto l’adesione di centinaia di preti.A febbraio la Pfarrer-Initiative ha diffuso un nuovo documento per ribadire i suoi No a quelle che vengono definite «sentenze troppo dure o crudeli» che la Chiesa riserva agli omosessuali, ai preti non celibatari e ai divorziati risposati.Siamo ormai di fronte ad un’aperta contestazione del Magistero, come ha ricordato ieri il Papa. «Le sue parole rappresentano un incoraggiamento per la Chiesa austriaca», è il commento dell’arcivescovo di Vienna, il cardinale Christoph Schönborn, secondo cui Benedetto XVI ha molto a cuore «il dibattito sul futuro della Chiesa in Austria». Un dibattito riesploso nei giorni scorsi, a seguito della clamorosa decisione con cui il cardinale di Vienna ha deciso di confermare a capo di un Consiglio pastorale un giovane omosessuale, convivente col proprio compagno. Il che non ha certo contribuito a fare chiarezza.Il movimento dei preti disobbedienti vuole essere qualcosa di più di una manifestazione di dissenso e rischia d’avere un effetto dirompente sulla Chiesa d’Europa. Schüller ha escluso uno scisma, parla di dialogo e invita al rinnovamento. Ma dovrebbe onestamente rispondere alla domanda sollevata del Papa: «davvero la disobbedienza è una via per rinnovare la Chiesa?».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: