martedì 17 novembre 2020
Il presidente della Cei lascerà presto l'ospedale di Perugia per essere trasferito al Policlinico Gemelli di Roma. Lo annuncia il vescovo ausiliare Salvi. Bassetti comunica già al telefono
Il cardinale Gualtiero Bassetti

Il cardinale Gualtiero Bassetti - Ansa

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«Prosegue il miglioramento delle condizioni generali» del cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale italiana, ricoverato a causa del coronavirus dal 31 ottobre all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. Lo conferma il bollettino medico quotidiano diffuso oggi all’ora di pranzo dalla direzione sanitaria del presidio ospedaliero. I medici spiegano che «il cardinale è vigile e è in grado di comunicare con i propri cari e con i più stretti collaboratori» attraverso il telefono visto che resta in “isolamento” nel reparto Covid. E «continua il piano terapeutico comprensivo di ossigenoterapia», precisano i sanitari.

Intanto il vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve, Marco Salvi, fa sapere che il presidente della Cei «potrà presto lasciare» l’ospedale del capoluogo umbro e «una volta dimesso trascorrerà un periodo di convalescenza e riabilitazione al Policlinico universitario “Agostino Gemelli” di Roma». Quindi aggiunge: «Il nostro cardinale, come si coglie dai bollettini medici degli ultimi giorni, è in progressivo lento miglioramento». Poi l’ausiliare ringrazia per le «incessanti preghiere» che stanno accompagnando la malattia di Bassetti e per le «cure appropriate messe in atto dal qualificato personale sanitario dei reparti di medicina d’urgenza-Covid1 e di terapia intensiva Covid 2, che ringraziamo di cuore». Il presidente della Cei, 78 anni, era risultato positivo al Covid dopo alcune linee di febbre. È stato ricoverato in ospedale il 31 ottobre; poi il 3 novembre era stato trasferito in terapia intensiva da cui è uscito venerdì pomeriggio dopo dieci giorni.

Monsignor Salvi è tornato da questa mattina, martedì 17 novembre, al suo impegno pastorale dopo diciannove giorni di quarantena da quando, lo scorso 29 ottobre, era risultato positivo asintomatico al virus. «Ringrazio tutte le persone che mi sono state vicine con la preghiera in questo periodo di isolamento – commenta il presule – condividendo quella preoccupazione e quella sofferenza interiore che sta accomunando tanti uomini e tante donne con positività al coronavirus. I cristiani sostenuti dalla loro fede offrono questa esperienza di vita precaria nel corpo e nello spirito per i fratelli che stanno lottando in un letto di ospedale contro questo virus. Continuiamo a pregare per loro e per quanti si prendono cura di tutti i malati: medici, infermieri, operatori socio-sanitari».

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