martedì 26 febbraio 2019
Il cardinale continua a dichiararsi innocente e l'avvocato prevede di ricorrere in appello. La Santa Sede: «Pieno rispetto per i giudici, Pell sospeso dal ministero pubblico»
Il cardinale Pell condannato per abusi. «Sospeso dal ministero»
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Il cardinale George Pell è stato giudicato colpevole da un tribunale in Australia di abusi sessuali su due ragazzi di 13 anni e rischia fino a 50 anni di carcere. Il verdetto unanime dei 12 membri della giuria della County Court dello stato di Victoria è stato emesso l’11 dicembre dopo oltre due giorni di deliberazione, ma il tribunale aveva vietato ai media di darne notizia fino ad oggi.

Pell, 77 anni, avrebbe molestato i due giovani componenti del coro dopo aver presieduto la messa nella cattedrale di San Patrizio a Melbourne nel 1996, quando all’epoca aveva 55 anni ed era arcivescovo di quella diocesi. La giuria ha anche dichiarato che Pell si è reso colpevole di aver aggredito in modo indecente uno dei ragazzi in un corridoio più di un mese dopo. L’udienza di condanna inizierà domani. Il cardinale, che rimane libero su cauzione, continua a dichiararsi innocente e il suo avvocato prevede di ricorrere in appello.

Pell è stato ordinato prete a Roma nel 1966, dove ha studiato. E’ stato nominato arcivescovo di Melbourne nel 1996, poi di Sydney nel 2001 e creato cardinale due anni dopo da Giovanni Paolo II. Nel 2013 Papa Francesco lo ha nominato membro del Consiglio di cardinali, il C9, e nel 2014 lo ha scelto come prefetto della Segreteria per l’economia per promuovere la riforma delle finanze della Santa Sede.

Nel giugno 2017 il cardinale Pell era stato rinviato a giudizio ed era rientrato in patria per affrontare il processo. Nell’occasione la Sala Stampa vaticana aveva emesso un comunicato in cui si riferiva che il Papa gli aveva “concesso un periodo di congedo per potersi difendere”. Nella nota si specificava poi che “la Santa Sede esprime il proprio rispetto nei confronti della giustizia australiana che dovrà decidere il merito delle questioni sollevate”.

“Allo stesso tempo – aggiungeva il comunicato - va ricordato che il Cardinale Pell da decenni ha condannato apertamente e ripetutamente gli abusi commessi contro minori come atti immorali e intollerabili, ha cooperato in passato con le Autorità australiane (ad esempio nelle deposizioni rese alla Royal Commission), ha appoggiato la creazione della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori e, infine, come Vescovo diocesano in Australia ha introdotto sistemi e procedure per la protezione di minori, e per fornire assistenza alle vittime di abusi”.

Il cardinale Pell ricopre ancora formalmente l’incarico di prefetto della Segreteria per l’economia, mentre da dicembre non fa più parte del C9.

La dichiarazione della Sala Stampa

La Santa Sede si unisce a quanto dichiarato dal Presidente della Conferenza Episcopale Australiana nel prendere atto della sentenza di condanna in primo grado nei confronti del Cardinale George Pell. Una notizia dolorosa che, siamo ben consapevoli, ha scioccato moltissime persone, non solo in Australia. Come già affermato in altre occasioni, ribadiamo il massimo rispetto per le autorità giudiziarie australiane. In nome di questo rispetto, attendiamo ora l’esito del processo d’appello, ricordando che il Cardinale Pell ha ribadito la sua innocenza e ha il diritto di difendersi fino all’ultimo grado.

In attesa del giudizio definitivo, ci uniamo ai vescovi australiani nel pregare per tutte le vittime di abuso, ribadendo il nostro impegno a fare tutto il possibile affinché la Chiesa sia una casa sicura per tutti, specialmente per i bambini e i più vulnerabili.

Per garantire il corso della giustizia il Santo Padre ha confermatole le misure cautelari già disposte nei confronti del Cardinale George Pell dall'ordinario del luogo al rientro del Cardinale Pell in Australia. Ossia che, in attesa dell’accertamento definitivo dei fatti, al Cardinale Pell sia proibito in via cautelativa l’esercizio pubblico del ministero e, come di norma, il contatto in qualsiasi modo e forma con minori di età.

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