sabato 14 dicembre 2019
Don Valentino Porcile spiega la sua scelta: «I migranti sono disperati che non hanno angeli che cantino per loro». Ai ragazzi ha «spacciato» anche le figurine di Gesù, il miglior giocatore di sempre
Sull'altare un Crocifisso fatto con il legno dei barconi dei migranti
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«Sull'altare della chiesa ho messo un Crocifisso realizzato con il legno dei barconi utilizzati dai migranti per attraversare il Mediterraneo. Il legno è grezzo e vero e porta i segni della sofferenza, della morte ma anche della speranza».

Don Valentino Porcile, parroco della chiesa della Santissima Annunziata di Sturla, ha scelto questo simbolo, realizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, per celebrare il Natale con la sua comunità. "È legno bagnato dalle onde del mare, da settimane di navigazione, e anche dalla forza impietosa della morte - ha spiegato ancora don Valentino -. Le persone migranti sono poveri disperati che non hanno angeli che cantino per loro, facili da commiserare ma ancora più facili da dimenticare".


"Ogni giorno - prosegue - su questo altare questo segno vuole portare al buon Dio le sofferenze, le speranze, la vita di ognuno. Di tutti e di ognuno, senza nessuna distinzione. Di chi vive accanto a noi. Di chi è lontano. Di chi abbiamo di più caro. Di chi viene seppellito nel mare e nella dimenticanza. Di coloro ai quali nessuno pensa". E "a Natale questa Croce sarà qui. Con un legno che accolga la Sua umanità".

Ma la Croce di legno, fatta con il legno dei barconi, non è l'unico gesto di grande impatto che don Valentino ha proposto ai suoi parrocchiani e in particolari a quelli più piccoli, ai quali ha regalato migliaia di figurine.

«Sto spacciando. Sì. Figurine adesive. Ne ho fatte stampare più di tremila e le sto spacciando ovunque. Sono queste le figurine: non di calciatori, ma del Presepe. Gesù, il miglior giocatore di sempre, colui che la vita ha saputo giocarsela al meglio, per tutti noi - si legge in un altro suo post su Facebook - Le ho regalate ovunque, a Messa ai bambini e ai ragazzi. A scuola. In giro. Ho detto ai ragazzi: “Attaccatele un po’ dove volete, in casa, in camera, al diario di scuola, al libro di matematica o di latino, se non andate bene a scuola. Portate Gesù ovunque, portiamolo nella nostra vita” - ha proseguito don Valentino -. Che il buon Dio sia presente nelle nostre case, negli ambienti dove viviamo, nella scuola e negli uffici, negli impegni di ogni giorno, nelle fatiche e nei dolori che la vita ci chiede di affrontare. Perché sia davvero Natale per tutti, soprattutto per chi - più di altri - ha bisogno di Luce».

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