martedì 11 settembre 2018
L'arcivescovo vicino a Ratzinger confida che il Papa Emerito sente "come suo dovere dedicarsi soprattutto alla preghiera per la Madre Chiesa e per il Suo successore Francesco"
Il Papa emerito con George Ganswein e il fotografo Stefano Spaziani in una foto dell'8 luglio 2018

Il Papa emerito con George Ganswein e il fotografo Stefano Spaziani in una foto dell'8 luglio 2018

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"Vorrei confidarvi che anche Benedetto XVI dal momento della sua rinuncia si concepisce come un vecchio monaco che, dopo il 28 febbraio 2013, sente come suo dovere dedicarsi soprattutto alla preghiera per la Madre Chiesa, per il Suo successore Francesco e per il Ministero petrino istituito da Cristo stesso". Lo ha detto l’arcivescovo George Gänswein, prefetto della Casa pontificia e segretario del Papa emerito Benedetto XVI, intervenendo alla Camera alla presentazione del libro "Opzione Benedetto. Una strategia per i cristiani in un mondo post-cristiano" dello scrittore e giornalista americano Rod Dreher.

Nel corso della presentazione l’arcivescovo ha affrontato anche la questione degli abusi sessuali. Con riferimento a tale fenomeno, ha ricordato che “oggi è l'11 settembre" data di una "sciagura apocalittica" e anche la Chiesa – ha subito aggiunto - "nel turbine di notizie delle ultime settimane" e "tanto più a seguito della pubblicazione del rapporto del gran giurì della Pennsylvania", "guarda piena di sconcerto al proprio 11 settembre, anche se questa nostra catastrofe non è purtroppo associata a un'unica data quanto a tanti giorni e anni e a innumerevoli vittime".

Monsignor Gänswein ha poi sottolineato che Papa Benedetto XVI ha denunciato più volte nel corso del suo pontificato la gravità del crimine della pedofilia, definendo gli abusi del clero come un "attacco" alla stessa Chiesa dal suo interno."Nessuno (fino ad ora) - ha poi affermato il prefetto della Casa Pontificia - ha attaccato la Chiesa di Cristo con aerei di linea pieni di passeggeri. La Basilica di San Pietro è in piedi e così anche le cattedrali in Francia, in Germania o in Italia che continuano a rappresentare l'emblema di molte città del mondo occidentale, da Firenze a Chartres, passando per Colonia e Monaco di Baviera. E tuttavia, le notizie provenienti dall'America che ultimamente ci hanno informato di quante anime sono state ferite irrimediabilmente e mortalmente da sacerdoti della Chiesa cattolica, ci trasmettono un messaggio ancor più terribile di quanto avrebbe potuto essere la notizia dell'improvviso crollo di tutte le chiese della Pennsylvania, insieme alla Basilica del Santuario Nazionale dell'Immacolata Concezione a Washington”.

"Dicendo questo - ha proseguito il presule tedesco -, ricordo come se fosse ieri quando il 16 aprile 2008, accompagnando papa Benedetto XVI proprio in quel Santuario Nazionale della Chiesa cattolica negli Stati Uniti d'America, egli in modo toccante cercò di scuotere i vescovi convenuti da tutti gli Stati Uniti: parlava chino per la 'profonda vergogna’ causata 'dall'abuso sessuale dei minori da parte di sacerdoti’ e 'dell'enorme dolore che le vostre comunità hanno sofferto quando uomini di Chiesa hanno tradito i loro obblighi e compiti sacerdotali con un simile comportamento gravemente immorale’".

"Ma - ha osservato monsignor Gänswein - evidentemente invano, come vediamo oggi. Il lamento del Santo Padre non riuscì a contenere il male, e nemmeno le assicurazioni formali e gli impegni a parole di una grande parte della gerarchia".

Il segretario del Pontefice emerito ha anche ricordato altre parole di Ratzinger sul tema. "Ad esempio - ha detto - quelle dell'11 maggio 2010, quando durante il volo papale verso Fatima egli confidò ai giornalisti: 'Il Signore ci ha detto che la Chiesa sarebbe stata sempre sofferente, in modi diversi, fino alla fine del mondo. [...] Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire (in questo terzo segreto del messaggio di Fatima), vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall'interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa. Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa’. In quel momento egli era Papa già da cinque anni".

Nel corso della presentazione del suo libro Dreher ha anche risposto polemicamente alle critiche pervenute al suo volume dalla rivista dei gesuiti "Civiltà Cattolica". "È un mistero per me - ha detto - come mai la Civiltà cattolica abbia dato una rappresentazione completamente falsa del mio libro sostenendo che è un libro contro papa Francesco. Tutt'altro. Forse si vuole trasformare il mio libro in un testo politico".

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