lunedì 23 giugno 2014
​La Messa di ringraziamento a Cassano all'indomani della visita di Bergoglio nella diocesi.
Un nuovo inizio per la Calabria (Mimmo Muolo) | Il coraggio della verità (Antonio Maria Mira)
ANGELUS «La tortura è peccato mortale» (TESTO)
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​"Voglio dire grazie al Santo Padre per quello che abbiamo vissuto sabato qui nella diocesi di Cassano allo Jonio e in Calabria con la suavisita e le sue parole"; sono le parole di monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei e vescovo di Cassano allo Jonio, all'indomani della visita del Papa Franvesco nella diocesi calabrese. "In questi mesi - ha aggiunto il presule - ci siamo preparati avendo come faro il chiedere perdono e il chiedere scusa. E secondo me questa è la direzione giusta". "Chi non si riconosce nella centralità di Dio e sceglie idoli finisce peressere travolto dalla violenza. Ed è quello che è successo nella nostra comunità nei primi due mesi dell'anno con la vicenda di Cocò e con l'uccisione di don Lazzaro", ha proseguito Galantino nell'omelia della messa di ringraziamento, in una cattedrale gremita di fedeli per la festività del Corpus Domini. "Bisogna invece essere vicini a Dio perché l'Eucarestia ci porta alla vicinanza del Signore. Il pane dell'Eucarestia è il pane del cammino. L'esperienza religiosa non è un dopolavoro, ma deve entrare nella mentalità di ognuno di noi. In chiesa non è che si viene quando non si ha niente da fare, ma bisogna venire sempre".Intervistato da Radio Vaticana, monsignor Galantino ha anche detto che le parole di scomunica ai mafiosi, in quanto adoratori del male, richiamano tutti a un esame di coscienza sull'indirizzo che diamo allanostra esistenza. "Quando il Vangelo resta ai margini, quando il Vangelo resta sullo sfondo, uno sfondo molto molto lontano, quando il Vangelo diventa frasi fatte e slogan, le coscienze in quel momento non si nutrono del Vangelo, si nutrono di parole al vento"."Penso che questo invito a risvegliare le coscienze a tener deste le coscienze, sia un invito sostanzialmente radicato nel Vangelo. Alla fine essere cristiani vuol dire essere delle persone che consapevolmente dicono di 'si" a una proposta di amore, a una proposta di vita vissuta bene. E questo poi va coniugato giorno per giorno. A me - ha poi concluso il vescovo - è sembrato inanzitutto molto bello questo fatto: che il Papa abbia legato questa affermazione sulla 'ndrangheta, o comunque sulla malavita, all'adorazione del male come contrapposizione all'adorazione del Cristo, del Signore nella festa del Corpus Domini: è stato un modo di aiutarci a leggere anche la Liturgia in maniera molto esistenziale, c'è veramente da imparare a dare carne, a dare ossa, a dare nervi alla Parola di Dio".
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