lunedì 29 ottobre 2012
Dopo la consegna al Papa delle "propositiones" da parte dei 262 vescovi del mondo riuniti per tre settimane nel Sinodo sulla nuova evangelizzazione, ieri Benedetto XVI ha indicato che la Chiesa deve "rinnovare se stessa", per poter "rinnovare spiritualmente il mondo secolarizzato".
L'omelia per la chiusura del Sinodo | Le parole del Papa a chiusura dei lavori | ​Il Messaggio finale | Le Proposizioni finali (in inglese) 
EDITORIALE Lo specchio e l'acqua di Marina Corradi
Intervista a don Julián Carrón (Radio Vaticana)
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I 262 vescovi del mondo riuniti per tre settimane nel Sinodo sulla nuova evangelizzazione hanno consegnato sabato le loro "propositiones" da cui il Papa elaborerà l'esortazione post-sinodale. Ma già ieri, domenica, Benedetto XVI ha indicato una sua sintesi sul modo con cui la Chiesa deve recuperare il terreno perduto per la crescente scristianizzazione della società. La Chiesa deve innanzitutto "rinnovare se stessa", per poter "rinnovare spiritualmente il mondo secolarizzato". E tale "rinnovamento" - ha scandito Papa Ratzinger all'Angelus col suo tipico modo di tornare alle radici del Cristianesimo - non potrà che venire "dalla riscoperta di Gesù Cristo, della sua verità e della sua grazia".Contro l'"eclisse di Dio" nei Paesi di antica tradizione cristiana, contro quello che ha chiamato - citando nella messa Clemente d'Alessandria - l'"oblio della verità", la Chiesa deve quindi assumere un volto nuovo, liberarsi dalle sovrastrutture materiali, lasciarsi anche alle spalle i mali e gli scandali che ne hanno minato la credibilità. A tale proposito, per Benedetto XVI, il Sinodo che si è appena concluso è stato provvidenzialmente "un momento di forte comunione ecclesiale", ha detto sempre all'Angelus, che ha mostrato "la bellezza di essere Chiesa, e di esserlo proprio oggi, in questo mondo così com'è, in mezzo a questa umanità con le sue fatiche e le sue speranze".Ed è un cammino che viene da lontano, quello della nuova evangelizzazione, fin da prima del Concilio di cui ricorre il cinquantenario: "non è una nostra invenzione, ma è un dinamismo che si è sviluppato nella Chiesa in modo particolare dagli anni '50 del secolo scorso, quando apparve evidente che anche i Paesi di antica tradizione cristiana erano diventati, come si suol dire, 'terra di missione'". Nella messa di chiusura del Sinodo, concelebrata in San Pietro con 332 tra cardinali, vescovi e sacerdoti, in un tripudio di paramenti di color verde, il Papa ha sottolineato "l'urgenza di annunciare nuovamente Cristo là dove la luce della fede si è indebolita, là dove il fuoco di Dio è come un fuoco di brace, che chiede di essere ravvivato, perché sia fiamma viva che dà luce e calore a tutta la casa"."La nuova evangelizzazione riguarda tutta la vita della Chiesa", ha detto, indicando tre linee pastorali: quella della preparazione ai sacramenti di iniziazione cristiana, quella della missione 'ad gentes', con un "rinnovato dinamismo missionario", e quella più legata alle società secolarizzate, riguardante "le persone battezzate che però non vivono le esigenze del battesimo". E per riportare i fedeli perduti alla "pratica religiosa", servono anche "metodi nuovi" e "nuovi linguaggi". Serve una "creatività pastorale", che aiuti ad "avvicinare le persone allontanate o in ricerca del senso della vita, della felicità e, in definitiva, di Dio".La Chiesa dunque serra i ranghi sulla sua identità e si attiva per combattere "l'analfabetismo religioso". Ratzinger si dice convinto che, essendo "tutta la Chiesa coinvolta" nell'impegno della nuova evangelizzazione, esso "non mancherà di dare i suoi frutti". Una novità nella Messa è stata la preghiera in arabo per la pace in Siria e Medio Oriente, perché arrivino "consolazione alle vittime, speranza ai profughi, coraggio a quanti percorrono la via della solidarietà e del dialogo". Poi all'Angelus, il Papa ha espresso vicinanza alle vittime dell'uragano Sandy nei Caraibi, invocando per loro "solidarietà" e "aiuto". E ha assicurato la sua preghiera anche per le popolazioni della Basilicata e della Calabria colpite al terremoto.
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