sabato 11 gennaio 2014
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In un "clima di grande serenità e di famiglia" si sono svolti ieri sera nella cappella della Pontificia Università Urbaniana i funerali dell'uomo di 63 anni trovato morto la notte del 10 dicembre scorso, sulla salita del Gianicolo, proprio nei giardini antistanti l'Università.Il suo nome, riferisce Radio Vaticana, era Alexander Pawlewski, di origini polacche, era tra le tante persone senza fissa dimora della zona vaticana di cui si prende cura da trent'anni la Comunità di Sant'Egidio, che ha organizzato i funerali. A celebrare la funzione, mons. Konrad Krajewski, elemosiniere di papa Francesco, dinanzi agli studenti universitari e ad alcuni compagni di strada di Alexander.E’ stata una cerimonia semplice con tanti fiori e canti. Padre Policarpo Nowak, della Segreteria di Stato, nell'omelia ha fatto notare che “con la crisi economica, spirituale e morale di oggi i cuori di molti si raffreddano e tanti muoiono in condizioni disumane. Dobbiamo difenderci dal male più diffuso: l’egoismo, l’indifferenza, offrendo più tempo al prossimo e riconoscendogli soprattutto la dignità di figlio di Dio”.Alexander, spiega la Radio Vaticana, fa parte di quegli “ultimi” che il Papa definisce la “Carne di Cristo sofferente”, quelli che non fanno notizia in una società dominata dalla cultura dello scarto. Francesco a loro arriva proprio attraverso mons. Krajewski, il suo elemosiniere che in tanti, tra i senza tetto della zona vaticana, chiamano in confidenza “padre” e che ha voluto celebrare i funerali di Alexander: “Mons Krajewski rappresenta la vicinanza del Papa. Invita un po’ tutta la città a ridiventare famiglia che sta accanto ai poveri, accanto ai chi soffre, a chi non ha nessuno. Spesso i poveri restano molto nell’anonimato: noi proviamo un po’ a farli emergere”.
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