lunedì 17 giugno 2013
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Vengono da diverse parti del mondo, ma hanno in comune “un impegno che va oltre il confine delle nazioni” e danno testimonianza, come dice il Vangelo di Giovanni, che “la vita si è fatta visibile“. Questo l’esordio dell’indirizzo di saluto che il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, mons. Rino Fisichella, ha rivolto al Papa al termine della Messa per la Giornata dell’Evangelium Vitae, ringraziandolo per il suo sostegno e la forza della sua testimonianza. Alla celebrazione di ieri mattina ha partecipato una folta rappresentanza del “popolo della vita”, “uomini e donne che sotto l’azione della grazia hanno toccato con mano la ‘carne di Cristo’ e ne hanno difeso la dignità”. Sono testimoni dell’amore, che non hanno fatto mai mancare la propria vicinanza a “bambini lasciati soli, donne abbandonate, malati cronici, portatori di handicap, persone in fin di vita, emarginati, esclusi e quant’altro il peccato e l’egoismo dell’uomo producono”. “Nell’Anno della Fede – ha aggiunto il presule – era importante che un momento di riflessione e di preghiera fosse dedicato a quanti sono testimoni dell’Evangelium Vitae. La loro passione quotidiana mostra con evidenza l’impegno per la piena promozione della vita umana e per la sua difesa”. Nel rinnovare l’appello affinché “tutti abbiano a rispettare, difendere, amare e servire la vita umana”, mons. Fisichella ha specificato che non si tratta di una prerogativa di noi cristiani, ma è “un cammino comune fatto insieme a tanti uomini e donne che pur non avendo la nostra fede condividono comunque il nostro annuncio e l’impegno”.
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