giovedì 26 maggio 2016
Il patriarca Moraglia ricorda Capovilla
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La scomparsa del cardinale Loris Capovilla lascia un grande vuoto nella Chiesa. In moltissimi lo hanno conosciuta, amato, apprezzato e anche ringraziato per il lavoro fatto per salvaguardare la memoria del lavoro fatto da Giovanni XXIII. Riportiamo solo alcune delle tante reazioni alla sua morte avvenuta oggi.Il Patriarcato di VeneziaIl Patriarca Francesco Moraglia, i presbiteri, i diaconi, i religiosi, le religiose e i fedeli tutti della Chiesa che è in Venezia esprimono il proprio dolore per la morte del sacerdote veneziano, vescovo e cardinale Loris Capovilla, segretario dell’indimenticato Pontefice (e prima Patriarca) San Giovanni XXIII nonché testimone fedele della sua santità. E' quanto si legge in una nota del patriarcato. Il Patriarca Moraglia - che, in particolare tramite il nipote architetto Gianfranco Vecchiato, anche in questi ultimi giorni si era tenuto costantemente informato sull’evolversi delle condizioni di salute del cardinale - lo ricorda oggi così: “In questo momento la Chiesa che è in Venezia esprime soprattutto il suo grazie al Signore per il dono grande di questo sacerdote che ha fatto della sua vita un dialogo fraterno, sereno, intelligente con ogni persona che il Signore poneva sulla sua strada, guardando sempre a ciò che univa e tralasciando ciò che, in qualche modo, poteva dividere. Anche il cammino ecumenico, per lui, fu espressione di un intimo modo di guardare le persone, la fede e la storia della Chiesa. Don Loris - come amava essere chiamato - manifestava una fede bella, ricca, sorridente, desiderosa di dire Gesù con la semplicità del Vangelo e nello stile dell’indimenticato Patriarca Roncalli, san Giovanni XXIII, di cui fu fedele segretario per oltre dieci anni prima a Venezia e poi a Roma. Venezia, come città e come Chiesa, è sempre rimasta ben presente nel suo cuore, fino alla fine, e di tantissimi - sacerdoti e laici - manteneva un continuo e vivissimo ricordo. Per singolare disegno provvidenziale, inoltre, il Signore ha chiamato a sé don Loris proprio lo stesso giorno in cui, 94 anni fa, moriva il suo carissimo papà di cui il cardinale, allora bambino, portava indelebile il ricordo”. Diocesi di Bergamo Profondo dolore è stato espresso dalla diocesi di Bergamo: "Nel giorno della solennità liturgica del Corpus Domini, oggi 26 maggio, il Signore ha chiamato a sé Sua Eminenza il Cardinale Loris Francesco Capovilla, nel suo centesimo anno di età - si legge in una nota -. Questa significativa coincidenza fa sgorgare la preghiera della Chiesa di Bergamo perché nell’Anno Giubilare della Misericordia il Signore accolga la sua anima nella liturgia del cielo, all’altare della grazia, dinanzi alla presenza di quel Dio che ha amato e servito come cristiano, come prete, come vescovo e per volontà di Papa Francesco come Cardinale". "Il Cardinale Capovilla - si legge ancora- , per il legame con il Santo Papa Giovanni XXIII, ha onorato la nostra Diocesi di Bergamo con la sua presenza discreta e saggia fin dal 1988 quando ha scelto di abitare a Ca’ Maitino, nell’abitazione che fu di Papa Roncalli. La Chiesa che vive in Bergamo ringrazia il Signore per il dono di quello che in diverse occasioni il vescovo Francesco Beschi ha definito un 'padre saggio' per il suo legame forte di affetto con la nostra terra e con la nostra comunità ecclesiale, un 'punto cardinale' che ha orientato i passi di tanta gente sulla strada della santità che Papa Giovanni ha tracciato. La preghiera di suffragio si fonde in quella eucaristica di rendimento di grazie per la sua testimonianza di fede, per la sua fedeltà alla Chiesa, per il suo esempio di vita semplice e per aver incarnato come uomo e come cristiano la frase da lui tanto amata e così spesso ripetuta come testamento di Papa Giovanni e che oggi noi consideriamo anche preziosa eredità della sua vita: “per fare il cristiano bisogna pensare in grande e guardare alto e lontano”. La camera ardente del Cardinale Capovilla si trova a Sotto il Monte presso l’abitazione di Ca’ Maitino. La Comunità di Sant'Egidio "La Comunità di Sant'Egidio ricorda con affetto il cardinale Loris Francesco Capovilla, spentosi oggi all'età di cento anni, dopo una vita lunga e operosa a servizio del Vangelo e della pace - scrive la comunità -. Il cardinale Capovilla ha tenuto viva la memoria di Giovanni XXIII e della primavera della Chiesa che è stata il Concilio Vaticano II, rimanendo giovane nello spirito e conservandone l'apertura e la simpatia". "Nel corso degli anni Capovilla ha avuto numerosi incontri con la nostra Comunità trasmettendo con passione lo spirito del Concilio a tanti gruppi di giovani e seguendo con interesse e partecipazione le iniziative di dialogo, pace e servizio agli ultimi portate avanti da Sant'Egidio. Un'amicizia che ci ha onorato e che venne suggellata nel 2014, quando fu creato cardinale, dal titolo di Santa Maria in Trastevere". Pax Christi Italia "Caro Loris, profeta sobrio e gentile, memoria creativa del Concilio! - scrive a nome di Pax Christi Italia, il vicepresidnete Sergio Paronetto -. Un grande abbraccio a te, caro, indimenticabile Loris Capovilla, patriarca del Concilio, vecchia quercia che rinfresca e allieta la nostra giovinezza, intimo a tanti di noi come lo fosti a papa Giovanni XXIII. A lui vicinissimo, lo invitasti la sera dell'11 ottobre 1962 a rivolgere alla folla il famoso 'Discorso della Luna'. Assieme a Roncalli e a Montini, sei tra le radici di Pax Christi in Italia. Una nostra video-intervista del 2013, realizzata a Sotto il Monte, è intitolata 'Pacem in terris, stiamo camminando'. Con te sappiamo che la pace è possibile e necessaria, giusta e buona, utile e bella". "Ecco, con te, profeta sobrio e gentile, stiamo camminando con fiducia e passione. Tra noi diversamente vivente, sei anche tu luce ai nostri passi, anche tu beato perché con noi in cammino. Con te faremo sempre memoria creativa del Concilio Vaticano II la cui porta oggi papa Francesco ha inteso riaprire l'8 dicembre scorso, all'inizio dell'Anno della misericordia. Caro Loris, sei a un nuovo inizio. Con te ripetiamo l'auspicio giovanneo: tantum aurora est. Con te vogliamo curare la fragile aurora di un evento decisivo per una nuova stagione ecclesiale rivolta a tutta la famiglia umana. Grazie per la tua vita piena di grazia. Shalom." Tra i numerosi messaggi di ricordo del Cardinale Capovilla, significativo è quanto scrive Enzo Bianchi, Priore di Bose. Messaggio nell’ora del passaggio da questo mondo al Padre del Cardinal Loris Capovilla. Sento il bisogno di manifestare la mia commozione per la nascita al cielo del Cardinale Loris Capovilla, evento che mi coglie con tutta la sua carica di sentimenti fraterni e di immagini che si accavallano nel cuore e nella mente. In quest’ora mi sento davvero in mezzo ai fratelli e amici della Chiesa che è in Bergamo: da oltre cinquant’anni un’amicizia forte e profonda ci lega! Sono presente accanto a voi con il cuore, nella certezza che il nostro amatissimo don Loris, fratello ed amico, è già tra le braccia di Dio, nella pace senza fine. L’amicizia che ha donato a me e alla Comunità di Bose, a confermarci nel cammino lungo tutti questi anni, l’affetto e la vicinanza, semplice e profonda, che in mille modi ci ha riservato testimoniatici quando ci fece visita e fin negli ultimi incontri a Ca’ Maitino dove ero andato a trovarlo, è qualcosa che ci fa arrossire e di cui non siamo degni. “Sento che mi siete vicini… Benedico per l’attività della vita e anche per l’inattività che si traduce in preghiera, sacrificio e amore. Vi ringrazio per tutto quello che fate. Un abbraccio con tutto il cuore e la mia benedizione”: mi diceva al telefono l’ultima volta, con la voce sempre più flebile e tuttavia con immutata lucidità, che per tutta la sua vita era stata il segno della sua unità interiore, della sua adesione al Signore senza distrazione. Per il mio 70mo compleanno, nel 50mo di “Pacem in Terris” e della morte pentecostale del suo autore, mi aveva rivolto paterne parole frutto della sua fede e del suo amore: “Con letizia e amicizia mi unisco alla splendida Famiglia di Bose: felicitazioni, preghiere, luci di speranza. Al fratello Enzo, alle Sorelle e ai Fratelli di Bose offro il fiore poetico Helder Camara, l’amico dei poveri e degli ultimi, sotto lo schizzo della colomba che vola a ritroso, con ramoscello di ulivo nel becco egli segnalò per sé e per noi il prezzo del pegno e della testimonianza: per compiere la missione sacra / di portare la pace / volo in qualunque maniera in qualunque direzione / con vento o senza vento / con forza o senza forza fino a cadere / fino a morire”. Mi sembra che queste parole siano profezia e si compiano oggi totalmente nella sua vita, diventando benedizione per tutti noi. Quest’ora si apre al ringraziamento al Signore per il suo grande dono. Chiedo a don Loris di continuare ad accompagnarci con la sua preghiera, nella certezza che è vivente per sempre ed è più che mai accanto a noi. Con affetto profondo e fedele, fr. Enzo Bianchi, Priore di Bose, con i fratelli e le sorelle della comunità.

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